"Omicidio Giulia Tramontano non fu crudele. Impagnatiello non voleva ucciderla, ma causare l'aborto". La difesa si prepara in vista del processo d'appello
OMICIDIO GIULIA TRAMONTANO, VERSO IL PROCESSO D’APPELLO
Alessandro Impagnatiello non voleva uccidere Giulia Tramontano, ma il figlio che portava in grembo. A sostenerlo è la difesa dell’ex barista, condannato all’ergastolo nel novembre scorso. Il processo d’appello inizia mercoledì 25 giugno, con la difesa che contesta due aggravanti: premeditazione e crudeltà.
Impagnatiello avrebbe agito d’impulso, non con un piano organizzato. Il delitto di Senago non fu il risultato di un “agguato“, ma un “susseguirsi di errori” commessi senza che avesse pianificato nulla. I tentativi di avvelenamento di Giulia non provano la premeditazione dell’omicidio, ma i tentativi di causarne l’aborto: voleva solo disfarsi del feto. Inoltre, dopo il delitto ha avuto una condotta maldestra e confusionaria.
Ad esempio, ha provato a bruciare il cadavere due volte, senza riuscirci, e ha abbandonato il corpo dietro alcuni box vicino casa. La benzina per bruciare il corpo è stata acquistata dopo l’omicidio, non prima; così pure il carrello per trasportare il corpo, spostato in un condominio frequentato.

Quindi, Impagnatiello si sarebbe esposto anche al rischio di essere visto. La difesa rimarca pure il fatto che abbia lasciato in casa una confezione di topicida che aveva somministrato alla compagna nei mesi precedenti. Tutto ciò, per i legali di Alessandro Impagnatiello, è la prova dell’improvvisazione del loro cliente, non della pianificazione lucida.
LA DIFESA DI IMPAGNATIELLO CONTESTA ANCHE L’AGGRAVANTE DELLA CRUDELTÀ
Per quanto riguarda la crudeltà riconosciuta nell’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa nel maggio 2023 con 37 coltellate, per la difesa la vittima, che era incinta al settimo mese, non si è accorta di ciò che stava succedendo e quindi non ha sofferto a lungo. L’azione è stata “rapida“, frutto di “rabbia e aggressività“, e i colpi sono stati inferti “in rapida sequenza e ravvicinati“.
Inoltre, sul corpo della donna non sono stati riscontrati segni di difesa, quindi non ha avuto tempo di reagire. Ciò, per i legali dell’imputato, sarebbe sufficiente a escludere l’aggravante della crudeltà. Ma la difesa non si limita a puntare all’esclusione delle due aggravanti: vorrebbe ottenere in appello anche il riconoscimento delle attenuanti generiche, sulla base della confessione di Impagnatiello e del suo comportamento collaborativo durante le indagini, ma anche per le sue presunte condizioni emotive e psicologiche.
