Chiara Petrolini, come la difesa punta alla non imputabilità per scongiurare la condanna. Spunta ipotesi della gravidanza negata, ma per Bruzzone non regge
La difesa di Chiara Petrolini punta alla sua non imputabilità per evitarle una condanna per il duplice omicidio premeditato e la soppressione di cadaveri, accuse per le quali è a processo. Per la criminologa Roberta Bruzzone, si tratta dell’unica strategia difensiva percorribile per i legali della ventiduenne, che intanto hanno ottenuto il via libera della Corte d’Assise di Parma alla perizia psichiatrica.
Decisiva è stata la consulenza depositata, quella di uno psichiatra che ha diagnosticato alla ragazza un disturbo della personalità con stato dissociativo. Si tratta di una condizione psicologica per la quale una persona può avere stati mentali o identità distinti, che agiscono e reagiscono in maniera diversa. Dunque, la mente si “scinde”, e ciò può condizionare la consapevolezza delle proprie azioni.
Infatti, per l’avvocato Nicola Tria non bisogna chiedersi, in questo processo, cosa ha fatto la sua cliente, ma cosa sia successo nella sua mente, confermato che il disturbo è stato diagnosticato fin da subito dallo psichiatra incaricato. La difesa di Chiara Petrolini ha quindi ottenuto una nuova perizia psichiatrica, disposta in questo caso dal tribunale, per verificare la capacità dell’imputata di intendere e volere al momento dei fatti. Il prossimo 15 settembre la Corte affiderà l’incarico; inoltre, verranno ascoltati i primi testimoni.

CHIARA PETROLINI, LA POSIZIONE DELL’ACCUSA
Per quanto riguarda la posizione della Procura di Parma, che non si è opposta alla richiesta della perizia, c’è comunque scetticismo, in quanto non risultano problemi psichiatrici o psicologici nella sua cartella clinica. La pubblica accusa ritiene che Chiara Petrolini fosse pienamente lucida e consapevole di quello che ha fatto. Infatti, nonostante i fatti gravissimi, continuava a condurre la sua vita senza che nessuno si accorgesse delle gravidanze o sospettasse nulla.
BRUZZONE “SMONTA” IPOTESI DELLA GRAVIDANZA NEGATA
Si parla anche di gravidanza negata, su cui però la criminologa Roberta Bruzzone ha delle perplessità: «È una strada che cercano di percorrere in maniera legittima, anche perché non vedo altre strategie difensive, ma presuppone che il soggetto non sia consapevole di averla. Qui abbiamo un soggetto che, durante la gravidanza, fa delle ricerche mirate a liberarsi del frutto della stessa, e lo fa in maniera deliberata e sistematica, con una condotta incompatibile con la gravidanza. Faccio fatica a pensare a una gravidanza negata: c’è un’attività consapevole ed è pure già accaduta in precedenza. La seconda gravidanza smentisce platealmente questa ipotesi», ha dichiarato a Ore 14.
