I BRICS, riuniti in questi giorni a Rio De Janeiro, vogliono chiedere una revisione del Fondo Monetario Internazionale: la loro proposta
Riuniti in questi giorni a Rio De Janeiro per l’ormai consueto vertice multilaterale, i Ministri delle Finanze degli stati membri dei cosiddetti “BRICS” sembrano aver raggiunto un accordo tra loro per proporre un’ampia revisione del funzionamento del Fondo Monetario Internazionale (spesso abbreviato come FMI) in modo che diventi un’istituzione in grado di rappresentare equamente anche i paesi in via di sviluppo, abbandonando quella guida storicamente europea del fondo.
Una proposta che non è ancora stata ufficialmente presentata o formalizzata, ma che è stata anticipata dall’agenzia Reuters che avrebbe avuto modo di visionare la dichiarazione ufficiale firmata dai ministri dei BRICS; mentre di fatto in queste ore sta procedendo il multilaterale con i leader dei membri al termine del quale (forse già oggi, ma più probabilmente nei prossimi giorni) ci sarà il consueto punto stampa.
Prima di arrivare alla novità anticipata da Reuters, è utile ricordare che il progetto BRICS è nato pochi anni fa per volere di Brasile, Russia, India e Cina con l’obbiettivo di creare una sorta di NATO (ma apparentemente senza mire militari) per i paesi in via di sviluppo, spesso ignorati nella scacchiera geopolitica mondiale; mentre oggi, oltre ai quattro membri fondatori, si sono unite anche realtà come il Sudafrica, l’Egitto, l’Etiopia, l’Indonesia, l’Iran, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Complessivamente i BRICS raccolgono, oggi, più della metà della popolazione mondiale e il 40% della produzione economica e anche se buona parte del mondo occidentale resta abbastanza cauto nei giudizi – pur ovviamente tenendo sott’occhio la situazione -, la formazione è vista come una vera e propria minaccia da Trump che in queste ore ha annunciato l’intenzione di imporre ai membri dei BRICS e ai paesi che vi gravitano attorno “dazi aggiuntivi del 10%” per i quali “non ci saranno eccezioni”.

La proposta dei BRICS per riformare il FMI: “Quote e voti ripartiti in modo più rappresentativo per i paesi in via di sviluppo”
Tornando a Reuters, secondo l’indiscrezione lanciata in queste ore, alla riunione dei Ministri economici dei BRICS che ha preceduto il multilaterale tra leader si è raggiunto il primo vero accordo condiviso tra i paesi in via di sviluppo, profondamente divisi tra loro su alcuni punti politici chiave: il testo siglato mira a proporre una revisione del funzionamento del FMI che il prossimo dicembre si riunirà per la consueta revisione periodica dell’organizzazione.
I BRICS, in particolare, vorrebbero superare la rappresentanza europea all’intero del Fondo e proporre una serie di modifiche del sistema di quote su cui si basa il diritto di voto di ogni membro: nel dettaglio, vorrebbero che si tenesse conto della produzione economica del paese, del suo potere d’acquisto e del valore relativo delle rispettive valute, “superando – si legge nel documento parzialmente condiviso da Reuters – l’anacronistico accordo tra gentiluomini del secondo dopoguerra” che ormai scarsamente rappresenta la realtà mondiale.
