Il ministro Giuseppe Valditara ha anticipato le future modifiche alla Maturità tra un nuovo orale e punizioni per chi decide di boicottarlo
Dopo i recenti, noti, casi di boicottaggio della Maturità da parte di studenti che si sono rifiutati di sostenere l’orale e la sua promessa di cambiare le regole il prossimo anno, il ministro Giuseppe Valditara è tornato a parlare di questo spinoso argomento in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nella quale ha chiarito da subito che era già sua intenzione – per il prossimo anno – cambiare i “contenuti dell’esame”, includendo una nuova norma che punirà i ribelli che boicottano l’esame.
In particolare, il ministro Valditara ha spiegato che i “due scritti” rimarranno identici a oggi e che a cambiare sarà il colloquio, nel corso del quale verranno – ovviamene – valutate “le conoscenze e le competenze” del candidato, e anche il loro “grado di maturità (..) assorbito nel percorso scolastico, il grado di responsabilità” e quello di autonomia; tutto punendo duramente con la bocciatura chi deciderà – più o meno scientemente – di “fare scena muta”.
Il ruolo di valutazione della maturità dei maturandi – ha spiegato ancora Valditara – sarà largamente appannaggio dei “docenti interni” che dovranno guidare e aiutare i colleghi esterni, i quali avranno il compito di “validare e certificare la legittimità di un percorso di 5 anni“, anche al di là delle prove scritte basate sulle competenze accademiche; mentre un’altra novità sarà la reintroduzione del termine di “Maturità, al posto di Esame di Stato“.
Giuseppe Valditara: “In futuro potenzieremo ulteriormente l’Agenda Sud per le competenze al Mezzogiorno”
Ragionando sui boicottaggi, il ministro Valditara ha spiegato al Corriere che secondo lui il problema principale è stata la difficoltà dei candidati “ad affrontare le prove”, spiegando che legittimando tali ribellioni si rischia di far passare “un messaggio diseducativo” che è innanzitutto lesivo del rispetto di chi – tra esaminatori e compagni di classe – dedica “mesi per prepararsi all’appuntamento” e sacrifica il proprio tempo per “una funzione sancita dalla nostra Costituzione”.

Restano, comunque, le “modalità democratiche per cambiare le regole” offerte dallo stesso “conteso scolastico” e il principio che deve prevalere è quello del “rapporto con la regola” troppo carente “nella società italiana”; superando definitivamente quella “paura del giudizio” che caratterizza le generazioni moderne tra chi “rifiuta il concetto di autorità, che condanna i divieti” e anche “che considera (..) dannose le sanzioni”, restituendo alla scuola quel compito di insegnare ai giovani “ad affrontare le difficoltà”.
Allargando il suo sguardo, infine, il ministro Valditara ha lodato nuovamente i “risultati molto positivi contro l’abbandono scolastico” che hanno portato il nostro paese sotto la soglia del “9% fissata dall’Europa” con un positivo anticipo di circa 5 anni: in tal senso, in futuro arriveranno nuove “risorse all’Agenda Sud” – ovvero il suo “piano strategico per contrastare i divari di competenze nel Mezzogiorno” e che sta già dando dei positivi risultati nelle scuole in cui è stata avviata “la sperimentazione” – che serviranno per “potenziare l’insegnamento di italiano e matematica“.
