Dopo l'annuncio sui dazi USA, l'UE valuta le risposte: tutte le "armi" di Bruxelles tra il bazooka contro le Big Tech allo strumento anti-coercizione
Mentre la scure dei dazi USA torna a incombere sulla testa dell’Unione Europea, si torna anche a parlare di tutte le potenziali armi – ovviamente commerciali – che Bruxelles potrebbe adottare, tra lo strumento anti-coercizione ideato nel 2021, il bazooka che colpirebbe le Big Tech statunitensi e gli eventuali (ben più probabili) controdazi che furono già discussi ad aprile e poi congelati a fronte delle – evidentemente false – aperture di Trump sulle trattative.
Prima di arrivare alle armi commerciali europee, è utile ricordare che pochissimi giorni fa Trump ha inviato una lettera a Ursula von der Leyen, informandola che i dazi USA sarebbero diventati realtà il prossimo primo agosto, pari – per l’Europa – a un 30% sulle importazioni verso il territorio statunitense: una decisione che ha causato non pochi pruriti, visto che negli ultimi mesi si erano tenuti numerosi colloqui nei quali Bruxelles aveva fatto numerose concessioni a Washington per scongiurare la guerra commerciale.
Dopo l’annuncio sui dazi USA, von der Leyen si era detta – pur a fronte della minaccia di Trump di evitare contromisure – pronta a rispondere a tono nel caso in cui i futuri (per ora ipotetici) colloqui diplomatici non dessero i frutti desiderati; e mentre a invocare lo strumento anti-coercizione era stato il presidente francese Macron, l’ipotesi del bazooka contro le Big Tech era emerso già in occasione delle prime discussioni di aprile sui controdazi oggi congelati.
Le armi con le quali l’UE potrebbe rispondere ai dazi USA: controdazi, il bazooka contro le Big Tech e lo strumento anti-coercizione
Entrando nel merito delle possibili armi commerciali in mano all’UE per rispondere ai dazi USA, va detto da subito che attualmente la linea preferita da Bruxelles sembra essere quella di rispolverare proprio i controdazi in discussione in queste ore: si inizierebbe – sempre ipoteticamente – da tariffe contro alcuni dei prodotti statunitensi più veduti in Europa (tra le motociclette del marchio Harley-Davidson, i jeans Levi’s e alimenti come il mais e la soia); mentre un eventuale secondo pacchetto includerebbe il bazooka contro le Big Tech con l’introduzione della – fortemente criticata da Trump – “digital service tax”.

Se i controdazi e il bazooka europeo non dovessero ottenere l’effetto desiderato, contro i dazi USA potrebbe entrare in gioco l’arma definitiva, ovvero lo strumento anti-coercizione invocato da Macron: si tratta di un folto pacchetto di norme e misure il cui obbiettivo principale è quello di stimolare la diplomazia per arrivare a una soluzione pacifica di un possibile conflitto commerciale; ipotizzato nel 2021 per lo scontro tra Cina e Lituania e poi entrato in vigore ufficialmente solamente nel 2023.
Di fatto lo strumento anti-coercizione prevede una serie di possibile ritorsioni contro il paese economicamente belligerante, proporzionali rispetto al danno che i 27 subirebbero dai dazi USA: tra le possibile misure sono inclusi dazi e restrizioni, veri e propri limiti all’accesso per le imprese del paese vittima agli appalti europei e agli investimenti diretti; ma anche limiti al rilascio di brevetti, sanzioni dirette contro le imprese o le persone fisiche (non solo imprenditori, ma anche politici) e – nel peggiore dei casi – il divieto di operare sul mercato europeo.
