Stragi 1992, gip di Caltanissetta ha respinto richiesta di archiviazione dopo ritrovamento di un verbale Borsellino in merito al pentito della pista nera
SVOLTA NELL’INCHIESTA SULLE STRAGI 1992, NIENTE ARCHIVIAZIONE
Niente archiviazione per l’inchiesta sulle stragi 1992: lo ha deciso la GIP Graziella Luparello, respingendo la richiesta della Procura di Caltanissetta. Accolta, invece, la richiesta dell’avvocato Fabio Repici, che rappresenta il fratello di Paolo Borsellino.
A rivelarlo è il Fatto Quotidiano, secondo cui la giudice ha fermato la camera di consiglio alla luce dei nuovi documenti presentati dal legale, da cui si evince l’interesse del magistrato per una pista investigativa che finora non era stata considerata, cioè il possibile coinvolgimento di ambienti neofascisti nella strage di Capaci, la cosiddetta “pista nera”.

In particolare, questi documenti smentiscono l’idea che l’ipotesi sia emersa dopo la sua morte nella strage di via D’Amelio, riaprendo gli interrogativi sull’attività di Borsellino nei suoi ultimi giorni.
STRAGI 1992, IL VERBALE DECISIVO
Decisivo è stato il ritrovamento di un verbale di una riunione tra magistrati che si era tenuta a Palermo nel giugno del ’92, dopo la morte di Giovanni Falcone e un mese prima della morte di Borsellino.
In quell’incontro Borsellino si confrontò con altri magistrati sulla strage di maggio e sulle dichiarazioni del pentito Alberto Lo Cicero, che era vicino a Cosa Nostra, ma anche collegato all’estrema destra, in particolare a Stefano Delle Chiaie, il quale aveva fondato il gruppo neofascista Avanguardia Nazionale.
Lo Cicero, che era stato intercettato, fu con Maria Romeo, sorella di Domenico (autista di Delle Chiaie), tra i primi a riferire della presenza di Delle Chiaie in Sicilia nei giorni della strage di Capaci. Dunque, Borsellino era interessato alle dichiarazioni del pentito e voleva che Lo Cicero collaborasse solo con la Procura di Palermo, a conferma del fatto che riteneva le informazioni molto delicate e importanti.
Secondo quanto affermato da Repici, il magistrato era già al corrente delle rivelazioni fatte da Lo Cicero su Troia e altri personaggi della destra. A supporto di questa tesi vi sarebbe una relazione di servizio redatta da Vittorio Teresi — all’epoca pubblico ministero presso la procura di Agrigento — che documenta le dichiarazioni di Lo Cicero.
Tale documento rappresenterebbe un riscontro alle parole di Maria Romeo, la quale riferì di aver visto Borsellino nei pressi dell’ufficio di Teresi in occasione dell’incontro con Lo Cicero, immediatamente prima o subito dopo il colloquio. Inoltre, Repici ha fatto notare che dall’agenda grigia del magistrato si evince che quel giorno era presente tutto il giorno alla Procura di Palermo. Accogliendo la richiesta di Repici, la GIP ha fissato la nuova udienza al 22 settembre per approfondire quanto emerso.
