Le pensioni in Italia non sono così "pessime" come si possa pensare. Infatti esistono delle opzioni per uscire prima dei 67 anni.
Spesso si pensa erroneamente che le pensioni in Italia richiedano più anni rispetto magari agli altri Paesi europei. Ma se si desse uno sguardo alla media di uscita dal lavoro ci si accorgerebbe che è possibile andare in quiescenza prima dei 67 anni d’età.
La Riforma Fornero ha la sua utilità, infatti è possibile godere di un pensionamento anticipato grazie a delle soluzioni temporanee (anche se al momento non sono strutturali). Ma ad averne confermato quanto scritto è proprio il rapporto annuale stilato e pubblicato dall’ente previdenziale.
Come funzionano davvero le pensioni in Italia?

Dalle analisi dell’INPS le pensioni in Italia effettivamente stanno subendo un cambio importante, soprattutto per via dell’incremento dell’età con cui uscire dal lavoro. La “responsabilità” però, non sarebbe riconducibile alla Fornero ma ad alcune mosse del Governo.
Ne è un esempio l’uscita tardiva e paradossale delle donne, che nonostante abbiano (come Opzione Donna) più alternative – rispetto agli uomini – di abbandonare anticipatamente il lavoro, poi si ritrovano invece ad un posticipo.
Chi non vorrebbe attendere i fatidici 67 anni d’età può valutare le pensioni anticipate, che (dipende dall’opzione di cui usufruire) nella maggior parte dei casi non guarderebbe altri aspetti se non la contribuzione.
Un vantaggio “non considerato”
Spesso uno dei vantaggi non considerati importanti o comunque a cui i cittadini non danno la reale importanza è l’anticipo pensionistico. Potrebbero ritenersi fortunati i contribuenti con una carriera lavorativa più lunga e che hanno iniziato “presto” a versare i loro primi contributi.
Ma non solo, perché anche il lavoratore precoce può godere del buon anticipo (in questo caso potrebbe uscire a qualunque età purché abbia maturato i 41 anni di contributi).
Non omettiamo neppure le altre valide alternative come appunto Opzione Donna, Quota 103 e ciò che è riservato ai “puri“.
Analisi dei dati: c’è da preoccuparsi?
Dal rapporto studiato e firmato dall’INPS i dati fanno ben sperare, da un lato perché la spesa pubblica sulle forme di pensionamento rappresenta “contenuta”, e ciò anche grazie alla Riforma firmata dalla stessa Elsa Fornero.
Dall’altro aspetto però, i costi per l’assistenza sociale potrebbero diventare un problema, e questo per via dell’invecchiamento della popolazione e dei trattamenti a copertura dei soggetti invalidi.
Concludendo il tema sulle pensioni in Italia i dati dimostrano chiaramente una media attorno ai 64 anni, dunque più inferiore rispetto ai 67.
