Nuova apertura del Vaticano per la pace in Ucraina: inviato del Patriarca di Mosca incontra il 26 luglio 2025 Papa Leone XVI. Si apre uno spiraglio
PROVE DI PACE CON ANCORA IL VATICANO COME ISPIRATORE: L’INCONTRO TRA PAPA LEONE XIV E L’INVIATO DI KIRILL
Nel giorno in cui la Reggia di Caserta ha deciso di annullare il concerto del direttore d’orchestra Georgiev, un opposto segnale di “distensione” con la Russia arriva dalla Santa Sede dove viene confermato l’udienza per sabato 26 luglio 2025 tra Papa Leone XIV e l’inviato del Patriarca ortodosso di Mosca, il metropolita di Volokolamsk Antonij (dal marzo 2022 divenuto Presidente del Dipartimento degli Affari Esterni del Patriarcato al posto del metropolita Hilarion).
Tre anni fa la visita dello stesso Antonij da Papa Francesco aveva riacceso il dialogo tra Kirill e la Chiesa Cattolica pur all’inizio della tormentata guerra in Ucraina, permettendo poi nei mesi e anni successivi una posizione comunque di negoziazione sullo scambio dei prigionieri e le (timide) relazioni diplomatiche tra i due Paesi in guerra. Ecco che dopo l’ennesimo appello alla pace globale giunta ieri dopo l’Angelus a Castel Gandolfo – e dopo i passi avanti di un possibile negoziato tra Russia e Ucraina che potrebbe avvenire settimana prossima – prosegue l’intento di Papa Leone XIV nel dialogo con Mosca.

Sarà il metropolita Antonij, inviato di Kirill ed esponente di spessore della Chiesa ortodossa russa, a far visita al Santo in Padre in Vaticano il prossimo 26 luglio (confermando così la fine del “ritiro” estivo di Papa Prevost), di ritorno dopo la presenza ai funerali di Papa Francesco in primavera. La telefonata tra Putin e Leone XIV aveva riacceso un dialogo che sembrava perduto negli ultimi mesi, con la disponibilità della Santa Sede che aveva chiesto dei significativi i gesti di pace per riaffermare come i (comuni) valori cristiani siano sempre più «luce contro la guerra».
L’AMBASCIATORE RUSSO IN VATICANO: “IL PAPA FACILITA LA PACE CON L’UCRAINA”
Dopo la visita di Zelensky a Castel Gandolfo e ora con il dialogo riannodato con il Patriarcato di Mosca – notoriamente molto vicino al Cremlino – le mosse diplomatiche di Papa Leone XIV parlano con gesti, prima ancora che con parole, di un tentativo concreto di una pacificazione a tre anni e mezzo dall’inizio del conflitto con l’invasione russa del Donbass.

Come ha spiegato nell’intervista all’Avvenire l’ambasciatore della Russia in Vaticano – Ivan Soltanovsky – il dialogo permesso dalla Santa Sede in questo funesto periodo storico è prezioso, oltre che «rispettoso, continuo e pragmatico». I rapporti tra il Cremlino e il Vaticano, garantisce l’ambasciatore, resta positivo, molto più di qualsiasi attore della politica occidentale, «conferma quanto per noi il “fattore vaticano” sia rilevante sul piano politico mondiale».
Secondo Mosca, in sostanza, Papa Leone XIV con il prezioso aiuto del Segretario di Stato Parolin e dell’inviato speciale per la missione di pace (nominato da Francesco, ndr), il Cardinale Zuppi, stanno rendendo più facili le trattative verso «la pace con l’Ucraina». Sebbene una visita imminente del Papa a Mosca ancora non è stata calendarizzata, il Vaticano viene visto da Putin come un reale facilitatore di dialogo, «contribuendo a creare un clima più sereno che può portare a proficui colloqui di pace», conclude Soltanovsky al quotidiano dei vescovi italiani.
