Dove sono le differenze sui testi di USA e UE per l'accordo dei dazi: farmaci, digitale e semiconduttori, cosa sta succedendo. Pronto nuovo negoziato
1 ACCORDO, 2 TESTI: RIESPLODE IL CAOS DAZI TRA UE E STATI UNITI
Nel giorno in cui la Cina afferma l’avanzamento positivo per altri colloqui costruttivi con gli Stati Uniti – allungando la tregua sui dazi – riesplode la tensione fra UE e USA dopo l’accordo iniziale siglato domenica scorsa in Scozia: osservando i due testi diffusi dalla Commissione Europea e dalla Casa Bianca, vi sono in effetti parecchi elementi diversi nei dettagli che incrinano «il più grande accordo della storia», come affermato dal Presidente Donald Trump dopo la stretta di mano con Ursula Von der Leyen.
Dai farmaci al tema chiave dell’acciaio, dallo scontro sulle tasse digitali fino ai semiconduttori: non essendoci ancora un testo comune giuridico, le versioni pubblicate tra UE e USA restano al momento differenti in alcuni dettagli, e sarà poi in serata la Commissione guidata da Von der Leyen ad ammettere che fino a che il testo non sarà vincolante ci sarà spazio per delle modifiche.
L’accordo sul 15% per i dazi alle merci UE vedono una sostanziale differenza, in primo luogo, per i dossier su farmaci e semiconduttori: per Washington la tariffa dal 1 agosto sarà applicata anche per questi prodotti mentre dall’Europa si punta allo 0% per quanto emerso nell’accordo scozzese, almeno «finché gli Usa non decideranno sull’applicazione di dazi futuri sui prodotti farmaceutici».

Sul digitale, lo scontro più acceso: sebbene in maniera vaga, gli States hanno inserito il passaggio in cui certificano il non intervento europeo con una Web Tax: lato Brucelles invece, seppure si conferma che non verranno inseriti dazi sul digitale, si riafferma che per il quadro normativo e legislativo «è di nostra competenza».
“TESTO NON VINCOLANTE”, POI LA FRENATA: SI VA VERSO NUOVO NEGOZIATO
Da ultimo, il passaggio sul settore farmaceutico vede diversità importanti sulle note per l’accordo sui dazi tra i due “attori” protagonisti: secondo la posizione americana, i dazi sull’acciaio e l’alluminio rimangono al 50% dal prossimo agosto 2025, mentre da Bruxelles si parla di contingenti tariffari in diminuzione rispetto al 50% attuale.
«Al momento l’accordo tra Trump e l’Europa non è giuridicamente vincolante», si legge nella nota esplicativa diffusa dal governo europeo, in risposta al testo della Casa Bianca che ricalca quanto detto dal Presidente USA in Scozia. Davanti però al rischio di far saltare improvvisamente l’iniziativa di Trump e Von der Leyen, ecco che la Commissione ribadisce che assieme ad intraprendere le azioni immediate concordate, gli Stati Uniti e l’Unione Europea arriveranno a negoziare un documento finale «pertinente per attuare l’iniziale accordo politico».
Secondo il portavoce della Commissione Europea, l’accordo in campo sui dazi al 15% garantisce un accesso alle esportazioni dell’UE verso il mercato USA, «preservando catene del valore profondamente integrate, molte delle quali dipendono dalle PMI». Von der Leyen e Sefcovic si difendono – anche dalle critiche di molti Governi europei, da Francia a Germania e Spagna – sottolineando come quello concordato sia il migliore accordo possibile stante le posizioni americane: il dialogo con Washington resta ed è molto attivo, ma occorrerà dirimere le distanze sui diversi testi evidenziate fino ad oggi.
