Tra Quantum Computing e Quantum Communication, cosa sono le Quantum Technologies: a cosa servono e perché sono rivoluzionarie
Tra gli argomenti trattati questa sera dalla trasmissione “Codice: la vita è digitale” – in onda a partire dalle ore 23:40 su Rai 1, sempre condotta da Barbara Carfagna – ci saranno anche due interessanti approfondimenti sulle Quantum Technologies e – in particolare – il Quantum Computing e la Quantum Communication, tra i sistemi tecnologici più avanzati e potenzialmente importanti per la vita umana.
In attesa di scoprire cos’avrà da dirci la trasmissione “Codice”, potrebbe essere utile recuperare – sommariamente – il significato di queste parole apparentemente incomprensibili: per comprendere meglio le Quantum Technologies è bene dire fin da subito di tecnologie che sfruttano le regole della fisica quantistica, basate sul concetto teorico che la trasmissione di energia nel nostro pianeta e nell’intero universo non sia continua, ma composta da “quanti”.
Senza complessi approfondimenti quantistici, ciò che ci importa per comprendere le Quantum Technologies sono soprattutto due regole quantistiche: la prima è quella dalla sovrapposizione degli strati secondo cui una determinata particella può ugualmente avere due differenti forme fintanto ché non la si osserva (il famoso gatto di Schrödinger, al contempo sia vivo che morto se non si apre l’immaginaria scatola con il veleno che lo contiene).
La seconda è quella dell’Entanglement, vero e proprio nodo focale delle Quantum Technologies: secondo questa teoria, infatti, si può contemporaneamente conoscere la natura di due differenti particelle collegate tra loro anche se queste si trovano a miliardi di anni luce di distanza, semplicemente osservandone una delle due in un intreccio (appunto, l’Entanglement) che non può essere slegato.
Cosa sono il Quantum Computing e la Quantum Communication: i due principali sviluppi delle Quantum Technologies
Proprio sfruttando i due concetti che abbiamo appena – lo ripetiamo, sommariamente – scoperto, si è arrivati alla teorizzazione del Quantum Computing: l’idea è quella di poter creare un vero e proprio computer (seppur con forma ampiamente differente da quelli che tutti noi abbiamo a casa) in grado di sfruttare le regole della fisica quantistica per superare i limiti degli attuali computer.
Grazie al Quantum Computing si potrebbero, concretamente, analizzare in pochissimo tempo quantità enormi di dati che richiederebbero anni per essere analizzati dai computer tradizionali proprio perché supererebbero l’uso di bit (ovvero 0 e 1) che rendono possibile l’attuale tecnologia, utilizzando i “qubit“, ovvero i bit quantistici: le implicazioni potrebbero applicarsi a qualsiasi sistema di calcolo, partendo dallo sviluppo di molecole chimiche per la medicina e arrivando fino allo sviluppo di nuovi materiali.

Proprio l’esistenza di un (per ora solo teorizzato) computer quantistico, nasce l’esigenza della Quantum Communication: se, infatti, gli attuali sistemi di crittografia delle informazioni sono performanti perché richiedono l’analisi di miliardi di possibili variabili per essere decriptati (un computer tradizionale impiegherebbe grosso modo più di 1378 miliardi di anni), un computer quantistico impiegherebbe poche ore ed è qui che entra in gioco la necessità di trasmettere informazioni in modo sicuro; ovvero la comunicazione quantistica.
