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Home » Economia e Finanza » Economia Internazionale » ACCORDO USA-UE SU DAZI/ L’obiettivo di Trump che nessuno sembra aver capito

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  • Economia e Finanza

ACCORDO USA-UE SU DAZI/ L’obiettivo di Trump che nessuno sembra aver capito

Giovanni Passali
Pubblicato 4 Agosto 2025
Il presidente americano Donald Trump (Ansa)

Il presidente americano Donald Trump (Ansa)

Sembra che non si sia colto il vero obiettivo del Presidente Trump nell'accordo sui dazi con l'Ue, uscita sonoramente sconfitta

Ad ascoltare i commenti di tutte le parti dopo l’accordo sui dazi tra Trump e la von der Leyen ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate, se non fosse una cosa maledettamente seria.

Riepilogando: dazi al 15%, investimenti europei negli Usa per 600 miliardi e altri 750 miliardi dell’Ue per acquistare gas e petrolio dagli Usa. Tutti si lamentano del risultato, ma nessuno sa dire cosa avrebbe dovuto fare la nostra Ursula, bloccata com’era dai diversi input dei diversi Premier dei Paesi europei, disuniti più che mai.


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A tutti i commentatori è sfuggito il quadro generale e quindi non sanno come commentare l’accordo raggiunto.

Eppure la questione è semplice: rispettare quelle condizioni è semplicemente impossibile. Trump ha chiesto la Luna e Ursula ha detto di sì. E allora è evidente che, siccome Trump è tutto ma non è stupido, l’obiettivo fosse un altro.


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Basta osservare il quadro generale per capirlo. Trump in patria sta conducendo una lotta feroce contro quei poteri finanziari che fino a ieri lo hanno combattuto in tutti i modi, leciti e illeciti, per impedirgli di andare al potere. E siccome quei poteri finanziari hanno raggiunto quel potere grazie alla globalizzazione, Trump ha iniziato a togliere loro proprio la loro principale fonte di potere, cioè la speculazione finanziaria resa possibile da una globalizzazione senza freni e senza limiti.

Tali poteri finanziari erano al potere negli Usa prima di Trump e sono ancora al potere in Europa, tramite le istituzioni dell’Ue. E i dazi sono l’arma principale di Trump contro quei poteri finanziari, sia negli Usa che nell’Ue.


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Il modus operandi di tali poteri è perfettamente visibile nell’Ue, dove le decisioni vengono prese dall’alto, dai Commissari Ue, anche in palese contrasto con gli interessi dei popoli, senza nemmeno interpellarli, perché hanno il potere di farlo. Noi cittadini eleggiamo i Parlamentari Ue, ma questi da un punto di vista legislativo non contano nulla.

Il problema è che nemmeno i capi di governo dei diversi Paesi contano nulla di fronte ai Commissari Ue. E quindi l’unica cosa che rimane loro da fare è quella di limitare i danni, di spingere ciascuno a difendere il proprio interesse, quello del proprio Paese. E così Ursula si ritrova a essere onnipotente in casa ma debolissima nei confronti del resto del mondo, perché gli altri sanno benissimo che dietro Ursula c’è il vuoto. Non c’è una unione politica, non c’è una unione bancaria, non c’è una unione dei titoli di stato, non c’è un debito comune, non c’è un esercito comune.

E per un politico scaltro come Trump, con le idee ben chiare sui propri interessi, è stato un gioco da ragazzi avere partita vinta.

Per comprendere meglio la disfatta epocale dell’Ue e di chi sosteneva la necessità di essere uniti perché da soli non contiamo nulla, basta un semplice dato: il piccolissimo San Marino ha ottenuto dazi al 10% per le sue esportazioni negli Usa: solo il 10% e niente altro.

Ursula ha detto sì e con quel sì .

Quello che succederà da oggi in poi è presto detto: siccome quell’accordo è impossibile da rispettare, ogni Paese si muoverà per conto suo per ottenere condizioni diverse e personalizzate, calibrate per la propria economia. Questo vuol dire la fine dell’Ue. E questo è proprio il vero obiettivo di Trump, che otterrà relazioni consolidate con ogni singolo Stato e in un colpo solo assesterà anche un danno mortale a quei poteri europei che fino a ieri facevano affari con la precedente Amministrazione Usa e che hanno vissuto come una maledizione la vittoria di Trump.

Fanno ridere certi commentatori che hanno azzardato l’ipotesi che Ursula non poteva fare la voce grossa per paura che gli Usa uscissero dalla Nato, con le conseguenti gravi ripercussioni per la guerra in Ucraina, come se l’Ucraina fosse un primario interesse europeo.

Proprio al contrario, la guerra in Ucraina e la totale chiusura dei rapporti dell’Ue con la Russia è un primario interesse americano, perché solo in questo modo gli Usa possono vendere il loro gas, trasportato via nave, ai Paesi europei, nonostante un costo molto superiore a quello del gas russo.

Il gas americano è “drogato” nel prezzo, e ora lo spacciatore americano, di fronte al mal di pancia europeo, ci somministra la sua medicina miracolosa: ancora più gas “drogato”.

Commento del Governo Meloni: “accordo positivo”. Come dice il titolo di un celebre film, “non ci resta che piangere”. Ma possiamo sorridere, al pensiero che l’Ue è ormai ai titoli di coda.

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Tags: DaziUrsula Von Der LeyenDonald TrumpEconomia USA

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