Le aperture di Trump e Witkoff su possibile accordo con la Russia: “grandi progressi”. Cosa succede e perché Zelensky congela il tutto (per ora)
I PROGRESSI TRA USA E RUSSIA E LE PRIME “CONCESSIONI” DI PUTIN: L’ANNUNCIO DI TRUMP E LE PAROLE DI WITKOFF
Alla vigilia del vertice a Washington tra il Presidente USA Trump e il n.1 dell’Ucraina Zelensky due le principali novità che si stagliano all’orizzonte di una domenica già di suo ricchissima di novità sul fronte guerre internazionali: in primo luogo, forse memori dell’ultima “puntata” alla Casa Bianca, i volenterosi UE “accompagneranno” fisicamente il Presidente ucraino nel colloquio con il Commander in chief per discutere del prossimo potenziale trilaterale Putin-Zelensky-Trump. E in secondo luogo, come spiega bene l’inviato speciale Steve Witkoff (presente al summit in Alaska con Rubio ad accompagna il Presidente americano, ndr) alla CNN, Mosca avrebbe aperto a concessioni su territori e schema di garanzie per la sicurezza dell’Ucraina sulla scia dell’articolo 5 della NATO.
Procedendo con ordine, è in primis Trump a parlare di «grandi progressi con la Russia», promettendo novità al più presto sui social congedandosi con un promettente “stay tuned”, attaccando la sinistra internazionale per le presunte fake news sulle “concessioni al Cremlino”. Nel vertice di domani alla Casa Bianca, emergono anticipazioni dai media USA citando fonti dello Studio Ovale, molto dipenderà da come andranno i colloqui con Zelensky per capire quale margine di trattativa v’è per convocare un trilaterale a pieno titolo.

Raggiunto dalla CNN, Witkoff specifica parte di quei “grandi progressi” di cui ha parlato Trump aprendo alle prossime ore come decisive con l’incontro alla Casa Bianca: «Putin e il Presidente USA hanno raggiunto un accordo per garanzie di sicurezza rivoluzionarie sul modello dell’articolo 5 della NATO». È di fatto la proposta fatta dall’Italia del Governo Meloni già mesi fa, discussa con Trump e Vance e valutata fin da subito come potenzialmente interessante: di fatto si tratta di permettere una modalità di protezione “simile” (senza esserne membri effettivi, anche perché la Russia difficilmente derogherà a questa condizione) a quella che impegna gli alleati NATO ad entrare in difesa davanti ad un attacco lanciato contro un altro Paese membro.
🔥Steve Witkoff is on CNN with Tapper hints that THE GOAL IS A TRILATERAL MEETING AFTER MONDAYS MEETING.
Witkoff says, “We agreed to robust SECURITY GUARANTEES regarding legislative enshrinement in the Russian Federation NOT TO GO AFTER ANY OTHER TERRITORY once the peace deal… pic.twitter.com/fHPzuEEKaZ— Johnny St.Pete (@JohnMcCloy) August 17, 2025
LA REPLICA DI ZELENSKY E VON DER LEYEN E IL PIANO “CONGELATO”
Secondo quanto rivelato da Witkoff, i termini dell’accordo potenziale saranno discussi domani alla Casa Bianca alla presenza di Zelensky e di altri leader UE: oltre infatti alla possibilità di ammettere da parte della Russia un meccanismo occidentale di sostegno e aiuto alla garanzia della sicurezza di Kiev, nei negoziati potrebbe emergere realmente un possibile “scambio” di territori occupati in questi tre anni e mezzo di guerra in Ucraina. «Ci sono alcune concessioni di Putin per 5 Regioni ucraine» e nella giornata di domani saranno discusse direttamente con il Presidente ucraino.
Witkoff alla CNN si riferisce nello specifico ai territori del Lugansk, del Donetsk (che fanno parte del Donbass, mai nascosto dal Cremlino come obiettivo principale del negoziato di pace),ma anche di Crimea (occupata dal 2014 da truppe russe), Kherson e Zaporizhzhia. Putin ai corrispettivi leader americani ha promesso che non attaccherà alcun altro Paese una volta che sarà «finalizzato l’accordo di pace».

Davanti ai passi avanti si registra però una decisa frenata da Kiev, anzi da Bruxelles dove infatti si è riunito oggi Zelensky con la Presidente della Commissione UE Von der Leyen per partecipare alla video call con i volenterosi prima di recarsi domani negli Stati Uniti: «servono garanzie di sicurezza per l’Ucraina che funzionino», spiega il n.1 di Kiev, bocciando la parte del “piano” USA dove si parla della possibilità di cessione dei territori non ancora conquistati (leggasi dunque il Donbass, ndr).
Secondo Zelensky, intervenuto in conferenza stampa congiunta con la leader UE, serve partire dalla la linea di contatto attuale, ovvero dai confini “ridisegnati” dall’avanzata russa: si tratta di un passo avanti rispetto alla condizione originaria dell’Ucraina che richiedeva la rimessa dei confini pre-guerra. «I negoziati non possono essere condotti sotto la pressione delle armi», ha aggiunto il Presidente ucraino spiegando di essere pronto ad accogliere ove possibile le richieste di Mosca senza però condannare l’Ucraina ad un futuro senza reali garanzie di sicurezza.
DOMANI I VOLENTEROSI UE ALLA CASA BIANCA: LO SCENARIO
Secondo il Segretario di Stato USA Marco Rubio la possibilità di arrivare comunque ad un cessate il fuoco non sono affatto da escludersi (come intende invece la Russia, che vuole un accordo complessivo di pace), specie per l’evoluzione che potrebbero procedere i prossimi vertici internazionali: intervistato dalla NBC, il capo della diplomazia americana riflette sulla possibilità che una dei possibili accordi con Mosca possa comunque prevedere un cessate il fuoco, anche se lo scopo principale resta comunque «la pace, non la tregua».
Come anticipato nelle scorse ore, alla Casa Bianca – anche se non ancora specificato se parteciperanno ad un unico summit o a due momenti separati – saranno presenti anche i volenterosi in compagnia di Zelensky: oltre alla n.1 della Commissione UE, per l’Europa sono date per certo le presenze della Premier Giorgia Meloni, del cancellerei tedesco Merz, del Presidente francese Macron e di quello finlandese Stubb, mentre dovrebbe esserci in aggiunta anche il segretario generale NATO, l’olandese Rutte.
