La compagnia aerea australiana Qantas Airways è stata condannata a pagare una maxi multa: nel 2021 licenziò illegalmente più di 1.800 dipendenti
Fino a qualche anno fa tra le compagnie aree più importanti dell’Australia e da tempo al centro di un vero e proprio crollo reputazionale, Qantas Airways è stata recentemente condannata al pagamento di una maxi multa da oltre 50 milioni di euro per una lunghissima causa intentata dalla sigla sindacale australiana Transport Workers’ Union che nel 2021 denunciò il licenziamento in massa di quasi 2mila dipendenti.
Prima di arrivare alla recente controversia che ha coinvolto Qantas Airways è utile ricordare che si tratta – di fatto – della compagnia di bandiera australiana, dotata del più ampio parco di veicoli e che vanta il maggior numero di slot negli aeroporti locali; oltre a essere tra le tre compagnie aree (assieme a KLM e Avianca) a vantare la più lunga storia con la fondazione nel 1920 e il primo volo al di fuori dell’Australia nel 1935.
Al di là dell’eccellente storia, però, come accennavamo prima, Qantas Airways è da tempo al centro di numerose controversie più o meno grave, iniziate – grosso modo – dal periodo pandemico: il primo guaio legale, infatti, risale al 2023 quando fu citata in giudizio per via di alcune pratiche commerciali scorrette; mentre solamente nel corso di luglio è stata coinvolta anche in un attacco hacker nel quale sono stati rubati i dati sensibili di più di 5 milioni di viaggiatori.
La maxi multa contro Qantas Airways: secondo la Corte, i licenziamenti erano illegittimi
Per tornare al presente, dobbiamo innanzitutto fare un passetto indietro fino al 2021: nel periodo più complesso della pandemia Covid, infatti, la Qantas Airways decise di licenziare in tronco 1.820 dipendenti della sua forza lavoro di terra, barricandosi dietro alla scusa di presunte “pressioni finanziarie” da parte degli investitori per ridurre i costi in un periodo storico in cui era pressoché impossibile effettuare voli; il tutto appaltando i servizi ad alcune aziende esterne che fornirono personale all’occorrenza.
Transport Workers’ Union – ovvero il più importante sindacato in Australia per il settore dei trasporti – decise, dunque, di citare in giudizio la Qantas Airways e si è aperto un lunghissimo scontro nei tribunali che lo scorso dicembre si era risolto in via extra-giudiziale con l’istituzione di un fondo da 120 milioni di dollari australiani (quasi 67 milioni di euro) a favore dei dipendenti danneggiati dal licenziamento.

Al di là del fondo, il sindacato ha deciso di proseguire per la via legale e il processo – che non vede più implicati gli ex dipendenti licenziati – si è chiuso in questi giorni, con la Corte federale che ha condannato la Qantas Airways a pagare una maxi multa da 90 milioni di dollari australiani (appunto, 50,2 milioni di euro), definendo “illegali” i licenziamenti e “deplorevole” il comportamento della compagnia che non ha mai mostrato alcun rimorso per i licenziamenti.
A conti fatti, quella contro Qantas Airways è la più alta multa mai impartita da un giudice in una causa relativa al lavoro, con la Corte che ha messo in chiaro che l’elevata entità assolveva a una doppia funzione: la prima è quella di impedire all’azienda di assorbirla in quanto “costo di gestione dell’attività commerciale” e la seconda è quella di lanciare un messaggio chiaro a tutte le altre aziende che in futuro potrebbero valutare di adottare comportamenti simili.
