l'Ue rilancia la proposta Chat Control, introduzione di un sistema di sorveglianza sulle App di messaggistica per prevenire la pedopornografia,
Chat control, l’Ue rilancia la proposta di introdurre la scansione dei messaggi privati crittografati per sorvegliare le coversazioni e rilevare abusi. L’iniziativa, nata per combattere la pedopornografia online e lo scambio di informazioni e materiale, potrebbe sottoporre tutte le App, specialmente quelle di uso comune tra gli utenti web come Facebook Messenger, Telegram, Whatsapp e Signal ad un sistematico controllo, che sarà regolamentato da una apposita norma di cui si discuterà prossimamente, per intercettare foto o video illegali, prima ancora che vengano crittografate.
La legge potrebbe essere inserita all’interno del pacchetto per la sicurezza digitale, ma nel frattempo molte istituzioni per il diritto alla privacy e associazioni dei consumatori hanno avvertito in merito ai rischi che questo provvedimento potrebbe comportare, specialmente sulla mancata protezione dei dati che la stessa Ue dovrebbe garantire a tutti in modo equo. Il pericolo infatti è che per colpire la criminalità digitale si possa allo stesso tempo garantire l’accesso anche agli hacker che potrebbero rubare informazioni personali.

l’UE vuole introdurre il chat control anti abusi online, accesso a tutte le conversazioni e messaggi privati per prevenire l’illegalità
Il dibattito sulla necessità di un chat control nelle App di messaggistica, è stato promosso principalmente dalla Danimarca, ora alla presidenza del consiglio di Bruxelles, che sta promuovendo da tempo nuove norme che dovrebbero favorire la lotta agli abusi online e alla pedopornografia. Il sistema però potrebbe creare gravi rischi per la privacy perchè per individuare il materiale illegale e segnalarlo alle autorità, i server dovrebbero garantire l’accesso a tutte le conversazioni private prima ancora che queste possano essere protette con la crittografia end-to-end, appositamente introdotta per cifrare i dati e le informazioni sensibili degli utenti da intrusioni esterne e attacchi hacker.
Il prossimo 14 ottobre in Commissione, gli esponenti danesi, con l’appoggio di altri paesi come la Svezia e l’Austria, proveranno a convincere i membri che ancora si oppongono a questa misura, come ad esempio la Polonia e i Paesi Bassi, che invece sostengono il diritto alla protezione dei cittadini e sono contrari alla sorveglianza che potrebbe coinvolgere singoli individui, che rischiano di essere sottoposti a spionaggio generalizzato.
