Gli scenari dal vertice SCO in Cina tra Putin, Xi Jinping e Modi: dall'Ucraina al nuovo ordine mondiale "multipolare" contro l'Occidente
LA STRETTA DI MANO TRA PUTIN E XI E L’ORDINE “ANTI” OCCIDENTE
È iniziato questa mattina il vertice SCO dell’Organizzazione per la Cooperazione in Cina (“Shangai Cooperation Organization”) con la conferma della presenza di Vladimir Putin a Tianjin per ben 4 giorni, a dimostrazione della centralità dei rapporti tra Russia e Cina in quello che si prefigura come un tentato nuovo ordine mondiale “anti” Occidente. Dalle primissime dichiarazioni dei leader giunti nel Paese cinese l’intento è proprio quello di costituire un “ponte” dall’Asia all’Africa passando per Sud America e parti dell’Europa per impostare un ordine globale che possa essere alternativo, se non proprio conflittuale, con quello generato dalle ceneri di conflitti e guerre fredde, fino ai tribolatissimi giorni nostri.
Seppur non al centro dei dibattiti a livello ufficiale, quanto avviene in Ucraina e nel Medio Oriente non possono non essere sul tavolo del vertice SCO, come del resto garantito dallo stesso Cremlino che ha informato sullo stato dei negoziati con gli Stati Uniti e l’Occidente in merito all’operazione militare contro Kiev. «Sarà un vertice di successo per costruire e rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri», puntando ad una piena «convergenza dei Paesi del Sud globale»: così Xi Jinping apre il summit di Tianjin accogliendo gli ospiti, da Putin a Modi fino a Erdogan e una rappresentanza del’ONU con il segretario generale Guterres.

L’intento cinese è quello di costruire una larga alleanza che impedisca ogni fonte di scontro o rivalità, per giocare invece un ruolo di potenza globale contro la supremazia occidentale su praticamente tutti i dossier che contano: secondo quanto spiegato dal Presidente russo, intervistato dall’agenzia di stampa nazionale in Cina, con il vertice SCO si plasma «un ordine multipolare più equo», che possa seguire i valori delle Nazioni Unite. Il mantra di Xi, come ribadito nei vertici bilaterali prima con Modi e poi con lo stesso Putin, occorre essere «partner di cooperazione e non rivali».
RUSSIA PARLA CON LA CINA DEI RAPPORTI CON TRUMP: COSA È EMERSO
Al netto della convergenza tra i Paesi del Sud Globale, come richiesto dalla Cina organizzatrice del vertice, il significativo invito al Premier indiano Modi per la prima volta negli ultimi 7 anni rafforza l’idea di un “cordone anti-Occidente” su commercio, energia e scambi geopolitici. La Russia da par suo, con in corso ancora la “grana Ucraina”, vuole tentare di allontanare ogni accusa sulle proprie politiche espansive, accusando invece l’Unione Europea di essere responsabile dell’intralcio per una pacificazione tra Kiev e Mosca, «nonostante gli sforzi di Trump».

Le parole durissime di Putin sempre all’agenzia Xinhua sono rivolte proprio contro i leader europei, poi ribadito anche nell’incontro con Xi Jinping: «Cina e Russia unite nella nostra visione di costruire un ordine mondiale giusto e multipolare, con attenzione alle nazioni della Maggioranza globale», ripetono Cremlino e regime cinese dopo la visita bilaterale all’inizio del vertice SCO. In tal senso già molto esemplificativo dei toni e degli scenari discussi in questi giorni in Cina, il titolo che l’agenzia statale russa Ria Novosti ha dettato sul viaggio di Putin verso Est: «per un’Eurasia senza Occidente, la Cina mostra un ordine nuovo».
Con la Turchia di Erdogan che continua a riproporre la mediazione tra Occidente e Mosca sul destino del conflitto in Ucraina, secondo quanto trapelato dal portavoce del Cremlino, nel dialogo tra Xi e Putin si è parlato del vertice in Alaska con Trump, ancora una volta apprezzando gli sforzi della Casa Bianca senza però dare una risposta definitiva al pressing americano per ottenere un negoziato diretto fra Putin e Zelensky.
«In Europa, Germania inclusa, si stanno compiendo passi verso la rimilitarizzazione del continente», è l’accusa piovuta dal leader russo contro gli omologhi europei, di fatto definiti come unici responsabili del disastro geopolitico mondiale attuale (e richiamati a «ricordare la storia della Seconda Guerra Mondiale», come monito). Come si può evincere, la possibilità di dialogo tra Occidente e blocco SCO sembra sempre più instabile e lontana da una soluzione…
