La dichiarazione del vertice SCO sul nuovo ordine alternativo all'Occidente: cosa cambia, Xi “federatore” e Putin ancora minaccioso su UE e Ucraina
IL “MODELLO” SCO E LA SFIDA (NON A DISTANZA) ALL’OCCIDENTE
Lo avevano fatto intendere, ora è nero su bianco nella dichiarazione conclusiva del Vertice SCO di Tianjin: il 25esimo summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai si chiude proponendo un modello internazionale alternativo (e conflittuale) all’Occidente, dove si chiede «uguaglianza e rispetto» ai Paesi filo NATO e dove la Cina di Xi Jinping riafferma sempre più il ruolo di “federatore” dell’asse Sud-Est del mondo contro le potenze vicine agli Stati Uniti. Il Vertice SCO tratta tutti i punti caldi della politica e geo-economia internazionale, dalle guerre in Ucraina e Medio Oriente fino allo scontro sui dazi, col risultato di unire ancora di più Putin (e l’India di Modi) alla lungo “mantello” del regime comunista cinese.
È una sfida tutt’altro che a distanza quella lanciata, seppur con toni “garbati”, dal summit di Tianjin all’Occidente: «chiediamo rispetto del diritto dei popoli a scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo politico e socio-economico», sottoscrivono i vari leader dei Paesi appartenenti alla coalizione allargata “anti” Occidente. Sovranità da un lato, ma anche integrità territoriale e mutuo vantaggio nel non minacciare i rispettivi affari interni: Cina, Russia e India guidano i 10 Paesi della SCO (nel gruppo anche Iran, Bielorussia, Pakistan, Tagikistan, Uzbekistan, Kazakistan e Kirghizistan) difendendo Teheran dagli attacchi americani ma anche invitando tutti gli attori coinvolti nei conflitti a Kiev e a Gaza.

Un maxi vertice allargato (presente anche la Turchia di Erdogan, ma non solo) che produce ben 24 documenti complessivi sui settori strategici di collaborazione e cooperazione, con l’invito ad un sostegno internazionale «che permanga dopo 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale» anche superando la difficile stagione dei dazi di Trump. Xi Jinping ha incontrato i vari leader dei Paesi SCO e pure degli altri 10 osservatori internazionali, in bilaterali che ne conferma il ruolo centrale di autentica alternativa al modello occidentale-americano di riferimento.
XI “FEDERATORE”, PUTIN “AGGRESSIVO”: LE NUOVE ACCUSE ALL’EUROPA NEL GIORNO DEL “MISTERO” SULL’AEREO DI VON DER LEYEN
Il “federatore” di questo importante vertice SCO è senza ombra di dubbio Xi Jinping, con a “sua” Cina impegnata ad impersonificare il modello alternativo agli Stati Uniti, difendendo in sede ONU «diritto internazionale e giustizia», così come gli altri impegni della Carta delle Nazioni Unite. Fa specie che in quel vertice v siano Paesi come Russia e Iran che quegli stessi principi li hanno ripetutamente calpestati in questi anni: resta però ineludibile la presenza di Pechino nello scacchiere internazionale, come elemento di stabilità anche nel tentare una “moral suasion” sugli alleati che finora non è praticamente mai emersa.

A vedere le dichiarazioni del Presidente russo Vladimir Putin ancora molto ostili nei confronti dell’Occidente, e in particolare dell’Unione Europea, resta forse ancora lontano il ruolo “distensivo” del leader cinese in questo nuovo modello alternativo alle alleanze filo-NATO. Nel giorno in cui la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen si è vista atterrare il proprio aereo istituzionale in emergenza per le interferenze al Gps, il Cremlino si difende dall’accusa di avere avuto un ruolo in tale blackout: e rilancia, «sono costanti i tentativi dell’Occidente di trascinare l’Ucraina nella NATO».
Per il leader russo, l’espansione verso Est della NATO resta il motivo principale della guerra iniziata con l’invasione nel Donbass, una crisi secondo Putin che ha origine nel 2014 con i fatti di Euromaidan e della Crimea, e che precede dal «colpo di Stato a Kiev provocato dalle forze occidentali». In tal senso, l’allargamento potenziale della NATO verso l’est dell’Europa rappresenta ad oggi per il Cremlino «una vera minaccia diretta alla sicurezza nazionale» della Russia.
