Elezioni regionali, il Pd trova la quadra su Decaro in Puglia. In Campania c’è il nodo M5s, in Toscana Renzi è il tessitore
Dovranno imparare a convivere e stare assieme per poter vincere la battaglia, i grillini campani e i fan di De Luca. Un vero e proprio calvario, perché per anni hanno costruito la propria identità sulla negazione dell’altro.
Del resto la nostra politica ci ha abituato a definirci più contro qualcuno o qualcosa piuttosto che a favore di una idea specifica. E questa è stata la grande debolezza, soprattutto del centrosinistra, in quest’ultimo ventennio.
Ora sembra che le cose si stiano mettendo diversamente, grazie all’opera di pontieri silenziosi ed efficaci e in particolare di Matteo Renzi, che in questa partita ha giocato un ruolo essenziale, sbloccando il risiko delle regionali a partire dalla candidatura in Toscana del suo Giani, che gli ha consentito poi di riaprire una trattativa su tutte le altre presidenze, appoggiando, per la prima volta espressamente in maniera così massiccia, candidati anche dei 5 Stelle.
Ma in questa nuova fase sta emergendo una nuova capacità di aggregazione che produce i suoi effetti anche in Puglia, dove lentamente la candidatura di Decaro sta prendendo piede dopo l’abbandono di Emiliano e la quasi esclusione di Vendola.
Una bella lezione che serviva a tutti e che soprattutto apre una riflessione ampia nel centro sinistra che potrebbe, ma solo potrebbe, approfittare di questa fase storica per ritornare a trovare una sua centralità.

La crisi del centrosinistra in questi anni è molto simile a quella che, per esempio, viviamo in Europa, dove si fa fatica ad ammettere che l’unità è l’unica soluzione e si decide di amplificare i distinguo piuttosto che trovare punti che uniscono. Così poi si diventa irrilevanti sugli scenari mondiali e si perde capacità di incidere a livello globale.
Questo particolarismo, questa voglia di identità a tutti costi, questa voglia di definirsi attaccando l’altro, sono forse il male peggiore di questi tempi moderni in cui l’individualismo sfrenato ha prodotto un particolarismo sfrenato delle forze politiche che difficilmente trovano nelle democrazie occidentali la capacità di stare assieme.
Perciò queste regionali, in particolare la prova campana e quella pugliese, possono essere utili a capire se il vento veramente sta cambiando e se si può definitivamente archiviare una stagione ed aprirne una nuova. Nulla è scontato, nel bene e nel male, è molto dipenderà dagli interpreti e dalla loro maturità.
Ma quel che certo è che senza un direttore d’orchestra che abbia la chiara percezione di cosa serve e riesca a costruire ponti invece che barriere, difficilmente la democrazia in generale potrà salvarsi dal diventare il surrogato di una repubblica presidenzial-paternalistica. Se cade De Luca, con lui cade anche l’idea che esistano personalità indispensabili. Che alla democrazia non hanno mai fatto bene.
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