Da dove nasce la polemica su Massimo D'Alema in Cina durante la parata militare di Xi, Putin e Kim: la pace, la sinistra e la sfida all'Occidente
L’INCREDIBILE INTERVISTA D’ALEMA A PECHINO SULLA PACE DI CINA E RUSSIA: COS’È SUCCESSO
Al di là dell’intervista con sottotitoli in cinese, a far impressione della bufera scatenata attorno alla presenza di Massimo D’Alema a Pechino due giorni fa è proprio la vicinanza dell’ex Presidente del Consiglio ai leader che più di tutti in questo momento stanno sfidando (e minacciando) l’Occidente. Invitato d’onore per gli 80 anni della vittoria cinese sul Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, uno degli storici leader della sinistra italiana è di fatto apparso nello stesso palco con i vari Putin, Kim Jong-un e ovviamente lo stesso padrone di casa, Xi Jinping.
Sebbene i rapporti tra la Cina e D’Alema, tanto nella vita politica quanto in quella attuale di relatore e lobbysta, siano davvero ottimi, sono le parole usate dal politico già PDS e Pd a sortire un effetto domino sull’intera politica italiana scatenando polemiche e critiche: intervistato dalla tv cinese il video che ha fatto boom sui social lo vede sottolineare «l’eroica lotta del popolo cinese contro il nazi-fascismo». Non solo, D’Alema davanti allo scenario terribile delle attuali relazioni internazionali sottolinea come da Pechino «viene un messaggio di pace e cooperazione, un ritorno allo spirito di amicizia tra i popoli».

Ecco, dirlo durante una parata militare abnorme come quella che ha visto al centro della scena il Presidente cinese Xi vestito e onorato (non casualmente) come Mao, e dirlo soprattutto davanti a rappresentanti di Russia e Corea del Nord fa una certa e dovuta specie. La visita a Pechino e le parole dell’intervista non sono passate inosservate a Palazzo Chigi, con il capogruppo alla Camera di FdI Galeazzo Bignami che ritiene «inaccettabile la presenza di Massimo D’Alema in Cina proprio in questo momento». Con un mondo e un Occidente faticosamente impegnati davanti alle minacce russo-cinesi, ecco che sfilare «con questi tre leader autocrati che puntano ad un nuovo ordine mondiale contro libertà e democrazia» è decisamente assurdo e non accettabile.
DESTRA E SINISTRA CONTRO D’ALEMA, FASSINA LO “ASSOLVE”: “HA CONSAPEVOLEZZA DELLA STORIA”
Tanto da desta quanto da sinistra le polemiche contro D’Alema sono quasi del tutto unanimi, con però qualche voce fuori dal coro – come quelle di Stefano Fassina e Acerbo – che ritiene utile che qualcuno in Italia riesca a parlare ed essere ascoltato nella Cina di Xi. Secondo l’economista di sinistra, D’Alema ancora oggi è uno dei pochi che ha «consapevolezza della Storia» oltre che il «coraggio di parlare», non allineandosi alla “nuova guerra fredda” tra Stati Uniti e Pechino.

Diversa la posizione della Lega con Marco Dreosto che all’ANSA mette in luce come il Pd e la sinistra per anni hanno provato a dare “lezioni” al Carroccio e al Centrodestra, e poi ora ci ritroviamo D’Alema «in prima fila in uno dei palcoscenici più discussi del mondo». Durissimo l’attacco di Carlo Calenda, leader di Azione, all’ex alleato nel campo largo: secondo l’ex Ministro, che un ex Presidente del Consiglio stia sullo stesso palco di Xi, Putin e Kim è «molto grave» in quanto proprio in quella parata si è celebrata «la nascita del fronte anti-Occidente», il tutto mentre ragazzi e civili muoiono in Ucraina attaccati proprio da quella nuova “coalizione” vista a Pechino.
La gravità di un ex Presidente del Consiglio che va a Pechino per celebrare la nascita del fronte antioccidentale. #dalema va ad omaggiare #Putin e #KimJongUn #XiJinping. Mentre ragazzi muoiono in Ucraina per difendere la loro e la nostra libertà. Una vera schifezza di livello… https://t.co/ieGX8JaPri
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) September 3, 2025
