L'Italia sembra vivere una fase migliore a quella di Germania, Francia e Regno Unito, anche sul fronte delle operazioni finanziarie di alcune società
STOCCARDA – In Germania ad agosto il numero dei disoccupati è salito a 3,025 milioni, portando il tasso di disoccupazione al 6,4%, il livello più alto dal 2015. La Bundesagentur für Arbeit attribuisce l’aumento alla pausa estiva e alla debolezza congiunturale, mentre l’economista nonché Presidente dell’IFO Clemens Fuest imputa il dato a fattori strutturali e chiede riforme radicali al Governo.
Dall’altra parte del Reno, la situazione economico-sociale rischia di sprofondare nel caos, se il nuovo Primo ministro Lecornu non riuscirà in tempi brevi a raddrizzare il timone. Anche dall’altra parte della Manica il Governo Starmer perde qualche pezzo e appare in affanno sul fronte finanziario.
Mentre Germania, Francia e Regno Unito arrancano e si contendono il ruolo di “Sorgenkind” (bambino problematico) europeo, l’Italia volteggia in grande spolvero sul palcoscenico continentale. A quasi quarant’anni di distanza dal “sorpasso” del 1987, il Bel Paese supera nuovamente il Regno Unito in termini di Pil pro-capite.
Lo spread tra il rendimento del Btp decennale e quello del corrispondente Oat francese è ormai vicino allo zero e un altro sorpasso storico sta per concretizzarsi. Le risatine del duo Sarkozy-Merkel, rivolte nell’ottobre 2011 all’indirizzo di Silvio Berlusconi, sono un ricordo lontano: ormai la Francia rischia di diventare la nuova Italia grazie alla grandeur del debito pubblico e purtroppo c’è poco da ridere per tutti (almeno per tutti gli europei).
Col senno di poi possiamo dire che Wolfgang Schäuble (ministro delle Finanze nel secondo e terzo governo Merkel) non aveva forse tutti i torti affermando che occorreva dare un esempio. Grecia e Italia hanno (forse) imparato che il debito eccessivo non fa bene alla salute.
Le riforme del Governo Monti, anche se non esenti da elementi di iniquità (esodati in primis), hanno consentito di riportare la spesa su un’orbita più sostenibile.
È molto più saggio smettere di indebitarsi con il debito al 60% che con il debito al 120%, perché nel secondo caso gli interessi assorbono una quota consistente delle risorse finanziarie disponibili. Adesso potrebbe essere arrivato il turno di Francia e Gran Bretagna (e forse anche di Stati Uniti e Giappone).
Anche il capitalismo italiano flette i muscoli. Andrea Orcel non si lascia scoraggiare dalle critiche del Governo tedesco nel braccio di ferro per l’acquisizione di Commerzbank. Al vertice bancario di Handelsblatt, il 62enne amministratore delegato di Unicredit ha chiarito di poter portare avanti l’acquisizione anche senza l’appoggio del Governo tedesco.
Intervistato dal Caporedattore di Handelsblatt Sebastian Matthes, Orcel ha dichiarato che la Germania ha un settore bancario fortemente frammentato, che rappresenta un fattore di debolezza che altre banche internazionali cercano di sfruttare: JP Morgan, ad esempio, vuole entrare nel mercato tedesco.
Orcel non esclude la possibilità che il merger possa portare a una riduzione di personale, ma sottolinea che, senza Unicredit, la riduzione potrebbe essere maggiore, perché “nessuna banca può sopravvivere con un cost-income ratio del 57%, mentre i competitor viaggiano al 40% o al 30%.”
Nel frattempo il gruppo italiano MediaForEurope (Mfe), guidato da Pier Silvio Berlusconi, ha acquisito il controllo di ProSiebenSat.1, rafforzando così in modo significativo la propria posizione nel panorama televisivo europeo.
Con ProSiebenSat.1, secondo network privato in Germania dopo Rtl e presente anche in Austria e Svizzera, Mfe ottiene l’accesso diretto a uno dei mercati pubblicitari televisivi più redditizi al mondo.
Mfe consolida in questo modo la propria influenza in un’area strategica (Dach) e pone le basi per una nuova fase di integrazione e crescita nel settore, nonostante le preoccupazioni di parte degli osservatori per la concentrazione di potere e le sfide future legate al calo dei ricavi tradizionali della televisione.
Infine, le elezioni comunali in Nordrhein-Westfalen previste per il 28 settembre si tingono di giallo. Come riportato da Tagesschau, sono recentemente passati a miglior vita 16 candidati di diversi partiti, tra cui sette di Alternative für Deutschland. Secondo l’ufficio elettorale regionale, non ci sono indizi di morti dovute a cause non naturali, ma le teorie complottiste iniziano a diffondersi sul Web.
Ci viene in soccorso il Professor Christian Rieck, esperto di teoria dei giochi con 500.000 followers su Youtube, dimostrando che l’evento registrato non è statisticamente cosi improbabile. Resta da vedere se la dimostrazione sarà sufficiente a sedare le teorie alternative: statisticamente non sarà cosi.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
