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Home » Esteri » Ucraina » UCRAINA/ “Tra droni, petrolio e armi all’Ue il vero obiettivo di Trump non è la pace”

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UCRAINA/ “Tra droni, petrolio e armi all’Ue il vero obiettivo di Trump non è la pace”

Int. Alberto Bradanini
Pubblicato 16 Settembre 2025
Donald Trump, presidente USA, in Scozia il 28 luglio 2025 (Ansa)

Donald Trump, presidente USA, in Scozia il 28 luglio 2025 (Ansa)

Trump dice che vuole far incontrare Putin e Zelensky, ma ora gli interessa vendere armi agli europei per arricchire le aziende Usa e ridurre il debito

Trump promette che cercherà di mettere l’uno di fronte all’altro Putin e Zelensky, ma ormai la sua strategia è scoperta. Gli americani, osserva Alberto Bradanini, ex ambasciatore italiano in Cina e in Iran, devono rilanciare la loro economia e lo vogliono fare anche vendendo armi. Per questo le consegneranno all’Ucraina facendole pagare agli europei.


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Al presidente americano, insomma, in questo momento fa comodo un conflitto di basso profilo, che da una parte tenga impegnata la Russia impedendole di appoggiare fino in fondo la Cina e, dall’altra, consenta alle industrie americane, in particolare a quelle che lo hanno sostenuto elettoralmente, di fare affari grazie alla guerra in Ucraina.


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Al negoziato Trump non crede più di tanto, perché il suo vero obiettivo è un altro. Anche la ripetuta richiesta alla UE di bloccare le importazioni di petrolio russo va in questa direzione: si vogliono spingere gli europei a rifornirsi solo dagli americani, che così possono dare nuova linfa alla loro economia cercando di ridurre il loro enorme debito.

Trump dice che Putin e Zelensky si odiano ma che cercherà di farli parlare comunque. C’è la possibilità di riprendere seriamente le trattative?

Quello che dice Trump non ha nessuna rilevanza. Sono solo parole. Gli Stati Uniti sono in braghe di tela dal punto di vista economico, e vogliono recuperare spazi reindustrializzando il Paese. Esportano fondamentalmente tre cose: aerei, armi e dollari. Nient’altro di valore, un po’ di grano, di mais e poco più. Per realizzare questa industrializzazione gli americani devono ridurre il loro debito, che è stratosferico, superiore ai 36mila miliardi di dollari. La guerra in Ucraina continuerà per permettere agli Usa di esportare armi, non più pagate con soldi americani, perché altrimenti il debito pubblico aumenterebbe ancora di più, ma addebitandole agli europei.


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Il pacificatore Trump in realtà la pace non la vuole?

Per gli USA la guerra deve continuare ad oltranza, una guerra di basso profilo che tenga i russi occupati, in modo che non possano sostenere più di tanto la Cina, che è il nemico numero uno di Washington. Nello stesso tempo hanno l’esigenza di aumentare i profitti dell’industria delle armi con le esportazioni, a spese degli europei. Fino a ieri hanno alimentato la macchina della NATO, ma adesso non hanno più risorse. Gli Stati Uniti non sono una nazione pacifica, sono una nazione bellicista. Trump ha attribuito questa guerra all’amministrazione precedente, a Joe Biden, dicendo che se ci fosse stato lui la guerra non sarebbe mai scoppiata, ma è una stupidaggine.

Perché?

Prima di Biden, durante il suo primo mandato, Trump ha fornito all’Ucraina armi offensive che non aveva. Ne possedeva solo di difensive.

Trump continua a chiedere alla UE sanzioni più pesanti nei confronti della Russia e che i Paesi europei non comprino più petrolio da Mosca. È un caso che negli stessi giorni l’Ucraina abbia intensificato gli attacchi ai porti petroliferi russi e alle raffinerie?

Sulla portaerei Usa Gerald Ford (Ansa)

Non so se ci sia una relazione fra questi due elementi. Di sicuro gli americani non vogliono che gli europei comprino gas e petrolio dalla Russia, sia direttamente che indirettamente, cioè tramite Paesi terzi, in particolare India e Cina, che si arricchiscono importando da Mosca a prezzi stracciati e rivendendo all’Europa a prezzi doppi. Gli europei hanno solo un’alternativa: comprare dagli USA a prezzi tripli o quadrupli. Gli americani impongono una politica di rottura delle importazioni di energia dalla Russia affinché gli europei, ebeti, sprovveduti o corrotti, in alternativa, non potendo più comprare dalla Russia, decidano di importare energia dagli Stati Uniti. L’obiettivo primario, quindi, non è tanto mettere in difficoltà la Russia, ma costringere l’Europa ad avere gli Stati Uniti come fornitore di energia. Trump vuole far arricchire le corporazioni che lo hanno fatto eleggere.

Peskov ha detto che di fatto la NATO è in guerra contro la Russia e Medvedev che abbattere i droni russi da parte degli occidentali equivarrebbe a entrare in guerra con Mosca. È propaganda o è questa la realtà del conflitto?

Quello che dicono i russi non è propaganda. La propaganda è da parte occidentale. I russi si limitano a fotografare la realtà. Certo che la NATO è in guerra contro la Russia, ma non direttamente. Gli Stati Uniti comandano la NATO e consentono a Rutte di fare certe dichiarazioni perché loro sono d’accordo. Ma i russi sono sofisticati, fanno finta di credere a quello che ripetono i personaggi mediocri che rappresentano il mondo occidentale, ma hanno capito che gli americani stanno cercando di recuperare una parte del loro potere economico a spese degli europei. Le proiezioni dell’economia tedesca sono drammatiche e altrettanto lo saranno quelle dell’economia italiana, che ormai è un sottoprodotto di quella tedesca.

Quanto influisce questa strategia sulla politica estera americana?

Gli Stati Uniti sono il Paese della endless war, della guerra senza fine: le armi devono essere consumate, anche se non al punto tale da mettere a repentaglio la sicurezza degli Stati Uniti stessi, che infatti le guerre le combattono sempre sul territorio altrui, mai a casa loro. Con la retorica della sicurezza nazionale hanno ingannato il resto del mondo. Sono il Paese più sicuro che la storia umana ricordi, perché sono protetti da due oceani immensi e a nord e a sud da due grandi Paesi amici. Il problema è di generare sufficienti tensioni, contrapposizioni e guerre locali da permettere al sistema industriale, che è privato, di arricchirsi, senza mettere a repentaglio i soldati americani: le guerre le fanno per interposta nazione, in Europa con l’Ucraina, in Medio Oriente con Israele, in Estremo Oriente potenzialmente con Taiwan, oppure con la Corea del Sud, con le Filippine, se serve persino con il Giappone.

Reuters, subito ripresa dai media ucraini, ha rivelato che rappresentanti delle forze armate americane hanno visitato alcune strutture in occasione delle esercitazioni congiunte fra Russia e Bielorussia. Non è sorprendente che partecipino a queste esercitazioni, almeno come osservatori?

Bisogna vedere di che cosa si tratta veramente. Sono scambi che potranno mostrare il loro significato in futuro. Per ora sono dettagli che dobbiamo prendere e mettere da parte. Capiremo qual è il vero obiettivo solo più avanti. Per il momento si tratta di un elemento marginale.

La querelle sui droni continua. Questa volta la Romania lamenta uno sconfinamento russo sul suo territorio, mentre il Cremlino replica dicendo che la colpa è degli ucraini. Come vanno interpretati questo episodio e quello capitato in Polonia? Sono stati davvero gli ucraini?

Certo che sono stati loro. Perché i droni russi dovrebbero entrare nello spazio aereo di altri Paesi non armati? Dobbiamo liberarci dalla propaganda. Trump ora farà finta di voler trattare, ma terrà in vita la guerra per vendere armi agli europei e rimpinguare le casse delle aziende americane.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Donald TrumpVladimir PutinVolodymyr Zelensky

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