Filippine, alla protesta contro il governo e la corruzione anche rappresentanti della Chiesa cattolica, il Vescovo Bagaforo: "Promuoviamo bene comune"
Filippine, in occasione della grande manifestazione di protesta popolare contro la corruzione del governo, anche la Chiesa ha fatto appello ai fedeli e cittadini per partecipare al movimento che chiede ai leader di istituire una commissione di inchiesta che possa fare chiarezza sulle responsabilità politiche delle privazioni di fondi, che invece di essere destinati alle infrastrutture, allo sviluppo e alla tutela dei diritti, vengono rubati da rappresentanti delle istituzioni che rifiutano di rendere pubblici redditi e fonti di finanziamento statali.
Tra i protagonisti della campagna c’è anche il Vescovo Bagaforo, che ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Agenzia Fides, nelle quali spiega l’impegno degli esponenti della realtà cattolica, che si sono schierati al fianco della popolazione e della società civile, che il 21 settembre scorso è scesa nelle strade e piazze delle principali città per mostrare un chiaro segnale di unione e di presa di coscienza. L’invito è stato poi ripreso anche da altre personalità ecclesiastiche, come ad esempio il Vescovo di San Carlos, che in una lettera pastorale ha avvertito: “La protesta non si concluderà in un giorno, ma richiederà un impegno profondo e duraturo“.

La Chiesa cattolica protesta nelle Filippine contro la corruzione al governo, il Vescovo: “Promuoviamo il bene comune”
Alla giornata di intense proteste nelle Filippine il 21 settembre, con manifestazioni contro la corruzione dei politici al governo, si è unita anche la Chiesa, che a fianco dei cittadini è scesa nelle piazze a Manila per protestare e chiedere agli amministratori più trasparenza sui finanziamenti pubblici, che hanno tolto importanti fondi per progetti di prevenzione dei disastri ambientali e climatici, che hanno già causato lo sfollamento di oltre 100mila persone.
L’accusa in particolare, come afferma il Vescovo Bagaforo è quella di rubare sistematicamente il denaro riservato allo sviluppo, tramite appropriazione di contributi pubblici. “La presenza della Chiesa in questo frangente di protesta popolare è anche dettata dall’esigenza di sinodalità“, ha detto il monsignore, specificando che la presenza dell’istituzione religiosa rappresenta “parte dell’indignazione, che chiede una conversione del cuore, e promuove un autentico bene comune“.
