Il presidente del CESE Oliver Röpke lancia l'allarme sul costo della vita: la crisi, specialmente abitativa, rischia di erodere la fiducia nella democrazia
Durante l’assemblea plenaria di qualche giorno fa del CESE – ovvero il Comitato economico e sociale europeo – il presidente uscente Oliver Röpke che a fine mese concluderà il suo mandato, ha tirato le somme degli ultimi anni di attività del Comitato, riflettendo soprattutto sulle sfide che attendono l’intero gruppo europeo nell’immediato futuro; sollevando soprattutto il centrale tema della crisi del costo della vita che – secondo Oliver Röpke – rischia di mandare in crisi l’intero modello democratico europeo se le istituzioni non intervengono il più rapidamente possibile.
Partendo proprio dalle parole di Oliver Röpke, il (quasi ex) presidente del CESE parlando con la redazione di European Newsroom ha spiegato che “la crisi del corso della vita è una grande minaccia per la fiducia nella democrazia” dei cittadini che le istituzioni di Bruxelles sono chiamate a rappresentare, con il rischio – ovvio – che si intacchi anche “la fiducia nella capacità dell’Europa di agire” a favore degli interessi dei cittadini.
Secondo Oliver Röpke la cosa più importante è “affrontare questo problema” rapidamente per evitare che “gli standard fondamentali dello stato di diritto si erodano” più di quanto non stiano già facendo; mettendo tuttavia anche in guardia sul fatto che non esiste “una soluzione unica per tutti” e che spetterà agli stati membri dell’Unione Europea trovare le modalità singolarmente migliori per intervenire nel rispettivo mercato di appartenenza.
I dati sulla crisi abitativa e la proposta (in lavorazione) della Commissione: cosa si sta facendo per ridurre i rischi evidenziati da Oliver Röpke?
Il tema sollevato da Oliver Röpke, d’altronde, è chiaramente testimoniati dai dati raccolti ed elaborati dell’Eurostat nelle sue ultimissime analisi: negli ultimi anni, infatti, il costo della vita è aumentato molto più rapidamente degli stipendi europei; ben rappresentato dalla crisi abitativa che ci parla di un aumento di quasi il 60% nei pezzi degli appartamenti e di quasi il 30% negli affitti nell’arco di appena 15 anni, con gli stipendi in molti luoghi – Italia in primis – fermi al decennio scorso.

Dal conto suo, proprio per ridurre il costo della vita – esattamente come auspicato da Oliver Röpke – la Commissione da tempo è al lavoro su una proposta che dovrebbe ridurre la crisi abitativa: una proposta di cui non conosciamo ancora gli effettivi dettagli – verrà, infatti, presentato solamente all’inizio del prossimo anno -, ma che dovrebbe vertere soprattutto su incentivi per l’edilizia popolare.
