Tutto ciò che sappiamo sul caso Serena Mollicone: la 18enne uccisa nel 2001, la versione del carabiniere Tuzi e i processi alla famiglia Mottola
Nella puntata in onda nella serata di oggi, domenica 28 settembre 2025, della trasmissione “Un giorno in pretura” si ripercorrerà la lunghissima vicenda processuale dietro al cold case dell’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne che nel 2001 è misteriosamente sparita nel nulla prima di essere trovata – ormai cadavere – qualche giorno più tardi: una vicenda tra le più complesse della cronaca nera italiana e che vede l’accusa ruotare attorno alla famiglia Mottola accusata, scagionata e riprocessata per l’omicidio di Serena Mollicone.
Per capire meglio cos’è successo a Serena Mollicone è importante – ovviamente – partire dall’inizio, riavvolgendo il nostro nastro fino al giugno del 2001: il primo del mese, infatti, la ragazza 18enne fu vista per l’ultima volta uscire di casa per raggiungere alcuni amici, sparendo così misteriosamente nel nulla senza lasciare alcuna reale traccia; tutto, però, dopo essere stata vista da un carrozziere (che poi fu anche indagato e prosciolto) litigare con un ragazzo con i capelli biondi.
Il corpo di Serena Mollicone fu trovato pochi giorni dopo – era il 3 giugno dello stesso anno – in un boschetto alle porte di Arce, morta tramite asfissia meccanica e con una vistosa ferita al volto, all’altezza del sopracciglio: l’accusa, appunto, passò sul carrozziere che poi fu assolto per la completa assenza di prove a suo carico e la prima svolta si ebbe solamente nel 2008 quando l’ex carabiniere di Arce Santino Tuzi raccontò la sua versione.
Indagini, processi e sentenze sull’omicidio di Serena Mollicone: quella (presunta) verità di Tuzi che diede una svolta al caso
Secondo Tuzi, infatti, Serena Mollicone la sera della sparizione entrò nella caserma locale dei carabinieri dalla quale sostenne fermamente che uscì: il carabiniere raccontò che il ragazzo biondo del quale parlò il carrozziere era nientemeno che il figlio del maresciallo Franco Mottola – Marco – invischiato in un giro di spaccio di droga che la 18enne (fortemente contraria agli stupefacenti dopo aver visto un suo caro amico morire di overdose) avrebbe voluto denunciare.

A rendere più interessante ai fini dell’indagine la versione di Tuzi ci pensò il suo suicidio pochi giorni dopo aver raccontato questa versione e così – una volta confermato il racconto del carabiniere – si arrivò al 2020: proprio quell’anno – precisamente il 31 maggio – si aprì, infatti, il processo a carico dell’intera famiglia Mottola con l’ipotesi che a uccidere Serena Mollicone fu Marco, coperto poi dal padre Franco e della madre Anna Maria che lo aiutarono a occultare il cadavere.
Il processo per l’omicidio di Serena Mollicone fu lungo e complesso e dopo ben 46 differenti udienze, la corte assolse la famiglia Mottola per insufficienza di prove: il caso, però, fu impugnato davanti alla Cassazione che solamente lo scorso marzo ha deciso di rinviare in appello i tre imputati ritenendo che la loro posizione non sia stata debitamente approfondita; mentre per vedere concluso il caso di Serena Mollicone dovremo attendere – probabilmente – un’altra lunga sfida nei tribunali.