• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Esteri » Medio Oriente » SCENARIO GAZA/ “La svolta è il sì dei Paesi arabi al piano Trump e il Qatar può smuovere Hamas”

  • Medio Oriente
  • Usa
  • Esteri

SCENARIO GAZA/ “La svolta è il sì dei Paesi arabi al piano Trump e il Qatar può smuovere Hamas”

Int. Rony Hamaui
Pubblicato 3 Ottobre 2025
Assalto ad un punto di distribuzione cibo a Gaza City, 4 agosto 2025 (Ansa)

Assalto ad un punto di distribuzione cibo a Gaza City, 4 agosto 2025 (Ansa)

Hamas indeciso sul piano di Trump. Paesi arabi indispettiti con gli USA per i privilegi concessi al Qatar, ma ora non sono più ostili verso Israele

Hamas è spaccato, ma costretto a prendere in considerazione il piano di Trump, anche se fino a qualche mese fa non lo avrebbe mai considerato. La proposta americana viene incontro agli obiettivi di Israele, ma è appoggiata anche da Paesi come il Qatar che finora erano stati fra i sostenitori di Hamas. Doha ora ha un legame privilegiato con gli USA, che ha fatto ingelosire gli altri Paesi dell’area.


Putin: “Dombass sarà nostro, coi negoziati o con le armi”/ Trump accelera sulla pace: oggi round USA-Ucraina


Questi ultimi, però, spiega Rony Hamaui, docente di scienze bancarie all’Università Cattolica di Milano ed esperto di economia e finanza islamica, sostengono comunque il piano statunitense: se prima erano ostili a Israele ora sanno che non sarà possibile sviluppare economicamente la regione senza una Striscia pacificata.


TAIWAN/ Tokyo con Taipei come l’Ue con Kiev, non è in grado di aiutarla senza Trump (che può cedere a XI)


Hamas è indecisa sul da farsi, sembra che voglia emendare il piano di Trump su alcuni punti. Alla fine l’accordo si farà o no?

Per prima cosa bisogna dire che la parte più importante di questa vicenda, al di là di come finirà, è che molti Paesi arabi ora vogliono arrivare alla pace e hanno collaborato effettivamente con Trump in questa direzione. È un elemento assolutamente positivo: si respira un’aria diversa rispetto solo a qualche anno fa, quando si parlava di distruzione di Israele e finiva per dominare un certo spirito massimalista. Questa volta ci troviamo di fronte a una situazione molto diversa: le opinioni pubbliche dei Paesi arabi sono apparentemente più fredde di quelle in Occidente, dove invece la situazione è molto più complicata e l’attentato di Manchester aggrava le preoccupazioni.


GOVERNO E UCRAINA/ Decreto armi e invito del Papa, quel doppio "messaggio" alla Meloni


Perché i Paesi mediorientali hanno cambiato approccio?

Per prima cosa per lo sviluppo economico che alcune di queste aree hanno avuto, in particolare il triangolo tra Dubai, Abu Dhabi e Doha, diventato importante dal punto di vista economico. Questi Paesi hanno capito che se vogliono perseguire lo sviluppo devono risiedere in un’area più stabile e meno bellicosa, per questo sono più disposti a collaborare su questo fronte.

In questo contesto quali sono i problemi che deve affrontare Hamas per prendere una decisione?

Credo che Hamas abbia diversi problemi e non so che tipo di unità interna. Il controllo di Gaza è veramente molto limitato e non può vantare una presenza così forte sul campo come era stato fino a qualche mese fa. Inoltre l’organizzazione è soggetta alle pressioni anche di chi fino a poco fa l’ha sostenuta, come il Qatar. Dall’altra parte si vede “vittoriosa” in Occidente, dove è riuscita a smuovere gli animi, tanto che le dispiacerebbe alzare bandiera bianca. Per questo il movimento è in bilico. È sconfitto a Gaza, sconfitto nei Paesi arabi, vincente in Europa. E questo lo ringalluzzisce.

Quale posizione prevarrà?

Onestamente non sono in grado di dirlo, però il fatto che comunque si ragioni così a lungo su una proposta che solo qualche mese fa sarebbe stata rigettata in cinque minuti mi sembra un elemento positivo. Il piano non piace alla destra israeliana, ma di fatto soddisfa molte delle richieste originarie di Israele.

Questa decisione potrebbe spaccare Hamas al suo interno?

Benjamin Netanyahu (s) con Donald Trump alla Casa Bianca (Ansa)

Hamas è già spaccato, perché ci sono già delle correnti che la vedono in maniera diversa, ma non ha mai subito pressioni così forti da parte dei suoi finanziatori per accettare questo tipo di accordo. Le spaccature esistono, perché altrimenti non sarebbero occorsi tutti questi giorni per avere una risposta chiara e netta: fino a questo momento sono arrivati messaggi estremamente confusi.

Accettare il disarmo significa accettare la fine di Hamas?

Sarebbe la sua fine militare temporanea, perché poi ha mille vite: ricordiamoci solo come riconsegnava gli ostaggi qualche mese fa. Oggi non sarebbe più possibile.

Secondo il sito Middle East Eye, alcuni Paesi arabi sarebbero indispettiti con Trump, perché il piano presentato a New York a margine dell’Assemblea dell’ONU non sarebbe stato lo stesso rispetto a quello di Washington, a causa delle interferenze di Netanyahu. Potrebbe indebolirsi il loro sostegno al piano?

Trump ha aperto un canale diretto col Qatar, lo capiamo da due elementi molto importanti: il primo è la telefonata di scuse di Netanyahu per l’attacco a Doha, il secondo la promessa che il presidente americano garantirà la sicurezza del Paese. È un fatto assolutamente nuovo: per la prima volta un accordo di pace è stato raggiunto dal presidente senza passare dal Congresso e privilegia il Qatar rispetto a tanti altri Paesi, che vorrebbero a loro volta un trattamento del genere.

Oggettivamente non tutti i Paesi arabi sono stati messi sullo stesso piano da Trump e questo qualche piccolo nervosismo lo ha creato. Il Qatar è stato fra i principali finanziatori di Hamas e ha ospitato i suoi capi sul suo territorio, ma è anche molto ricco e ospita la più grande base americana del Medio Oriente. Ora ha assunto una centralità che non aveva in maniera così evidente.

Quali sono i punti deboli del piano di Trump?

Dal punto di vista di Hamas, come far uscire i miliziani senza che vengano ammazzati. Da questo punto di vista Israele non offre tantissime garanzie. Poi c’è il ritiro dell’esercito israeliano. Il piano, però, pur nei suoi tratti generali, ha avuto un larghissimo consenso internazionale: Trump è stato abile a portarlo avanti.

Il sì di Netanyahu è convinto?

Ha il problema dell’estrema destra, a cui il piano non piace, ma sta scommettendo sul suo futuro mettendosi, per certi versi, contro una parte del suo governo. È convinto che la sua popolarità crescerebbe di molto se riuscisse a riportare a casa gli ostaggi e a raggiungere la pace. In Israele tra un anno circa ci sono le elezioni, siamo vicini al momento in cui dovrà confrontarsi con le urne. A Netanyahu interessa riconfermarsi, con questi o con altri alleati: alla fine la sua abilità è stata sempre questa, governare con diversi alleati, agendo in maniera più o meno opportunistica.

Per i palestinesi che futuro dobbiamo immaginare?

Ci vuole molta fantasia per immaginare il futuro. Soprattutto bisogna capire chi governerà Gaza e come, se l’ANP avrà o meno un ruolo: Israele non la vuole come alternativa ad Hamas. Se i palestinesi rimangono, però, dovranno almeno contribuire al governo della Striscia, una qualche forma di consenso e di governo, seppure tecnico, dovrà essere messa in piedi.

Israele rinuncerà davvero ad annettere la Cisgiordania?

Quello della Cisgiordania è un altro discorso complesso. Per Israele è un “boccone” molto grosso, ma anche una situazione complicata da gestire. Una cosa è parlare di annessione e una cosa è farla veramente, così come una cosa era parlare del resort a Gaza e un’altra realizzarlo. La storia ci sta insegnando che anche uno come Trump a un certo punto deve mettere i piedi per terra: questo piano rispetto a quello della Riviera è un bagno di realismo, si sono abbandonati gli slogan più velleitari.

Ora i Paesi arabi e altri come la Turchia avranno un ruolo da protagonisti nella gestione della questione palestinese?

Alcuni Paesi certamente. Non credo che l’Occidente avrà voglia di inviare soldati e uomini a governare Gaza e non credo neanche che una soluzione del genere sarebbe stata accettata. È un compito che spetta al mondo arabo.

(Paolo Rossetti)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Tags: Benjamin NetanyahuDonald Trump

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Medio Oriente

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Medio Oriente

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net