Il centrodestra trova l'accordo sui candidati per le regionali di Veneto, Campania e Puglia: Stefani, Cirielli e Lobuono.
Dopo una fase prolungata di incontri e di confronti sottotraccia, il centrodestra è giunto a deliberare le proprie scelte nell’ambito dei prossimi confronti elettorali regionali, che si prevedono per la fine del mese in corso. Dopo una lunga riunione tra i capi, s’è avuto il varo sui tre nomi che andranno a comporre la federazione per Veneto, Campania e Puglia: Alberto Stefani per la Lega, Edmondo Cirielli per i Fratelli e, per la parte civica, Luigi Lobuono.
Il patto, contrattato oggi a Roma, pone fine a una fase difficile di discussioni che, negli ultimi giorni, era stata influenzata dal campo delle decisioni relative al terzo mandato dei governatori. Questa questione rimane a pesare e a indirizzare i rapporti all’interno della maggioranza. In Veneto, l’investimento sulla candidatura di Stefani rappresenterebbe una scelta di continuità nella roccaforte leghista, dove il partito di Salvini fa muro per difendere l’identità territoriale dopo il bottino delle ultime tornate.

«Un segnale di equilibrio e radicamento», spiegano fonti del Carroccio, mentre lo stesso Matteo Salvini ha voluto mettere a fuoco l’antitesi Veneto-Lombardia, spiegando che la partita veneta «non coinvolge la Lombardia», dove il nome verrà scelto in altra sede, «riconoscendo il diritto al partito con il maggior peso elettorale di indicare il capo della coalizione».
In Campania, la mossa di Fratelli d’Italia mette a segno l’obiettivo, puntando su Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, figura di punta della destra di governo e ben radicata nei territori. La decisione è avvenuta dopo l’approvazione della presidente Giorgia Meloni, la quale ha inteso proseguire sulla strada fin qui battuta, scegliendo un nome di spicco e di riconosciuta competenza anche sul piano internazionale.
Per la regione Puglia, la coalizione ha scelto il civico Luigi Lobuono, sicuramente un volto nuovo, ma in grado di ottenere la fiducia degli elementi moderati del centrodestra locale, in una zona dove il rapporto con le forze imprenditoriali resta tra i fattori importanti per raccogliere consensi. Un nome “debole”, che non entusiasma gli alleati, un nome poco conosciuto fuori da Bari, che perse già un confronto elettorale con Emiliano per la poltrona di sindaco.
La disposizione unitaria giunge a pochissimo dalle riconferme, nelle scorse settimane, dei presidenti di centrodestra nelle Marche e in Calabria: risultati che rafforzano la sensazione di una coalizione ancora competitiva, nonostante contendenti interni. Resta, sullo sfondo, aperto il contenzioso sul triennio, con Fratelli d’Italia imperterrita a volere la linea della Consulta e la Lega intenzionata a rimettere in discussione le prerogative delle regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige, dove l’esigenza tocca direttamente i presidenti Fedriga e Fugatti.
La fotografia che ne esce dal vertice è quella di un centrodestra unito e pratico, al quale spetta il compito di far fronte tra il livello di guida nazionale, che spetta alla Meloni, e l’impulso territoriale che reclama la Lega. Ma le prossime settimane, con la campagna elettorale già avviata, diranno del consolidamento di una tregua o della prelazione a nuove lotte per un assetto definitivo della coalizione e per un deciso avviamento alla questione aperta sull’autonomia dei territori.
