Da Palazzo Chigi è giunta la novità sulla prossima rottamazione delle cartelle, prevedendo la rateizzazione definitiva a 108 rate.
Finalmente le modifiche sulla nuova rottamazione delle cartelle hanno trovato un accordo: sarà possibile saldare il debito, in modo ufficioso, in 108 rate con una suddivisione massima in 9 anni.
Durante il Consiglio tenutosi ieri a Palazzo Chigi, si è confermata l’impossibilità di approvare il piano a 120 rate, complice il costo esoso che si sarebbe dovuto affrontare per ottenere una rateizzazione più lunga.
L’ok definitivo sulla rottamazione delle cartelle
Dopo diverse diatribe sulla rateizzazione massima per la rottamazione delle cartelle, finalmente il Governo sembra essersi convinto e aver preso posizione, stabilendo un piano a 108 rate da distribuire in 9 anni.
In precedenza si discuteva se proporre l’estinzione del debito in 8 anni e con un massimo di 96 rate, ma come spesso accade è stato necessario adeguarsi alle disponibilità di Bilancio.
Con un piano di rientro simile, è probabile che la platea dei beneficiari risulti ridotta, limitando l’accesso a pochi contribuenti, anche se al momento non sono state introdotte regole particolarmente rigide.

Nuove soglie minime e massime
Per agevolare e convincere i debitori a ripagare quanto dovuto, da quest’anno l’Erario ha previsto rate più leggere, con un minimo di 50€ mensili da versare.
I contribuenti con un debito contenuto potranno ottenere una rata proporzionata, così da rendere l’impegno economico meno gravoso rispetto allo scorso anno.
L’obiettivo del fisco è quello di aiutare i debitori a pagare senza difficoltà, consentendo allo Stato di recuperare progressivamente il proprio gettito fiscale, anche se con tempi più lunghi.
Chi invece ha debiti superiori a 50.000€ dovrà versare inizialmente un anticipo del 5% come “maxi rata”, per poi proseguire con la consueta suddivisione a tranche.
L’esclusione ad aziende e recidivi
Il Consiglio tecnico sta ancora valutando le modalità con cui applicare la misura e le eventuali esclusioni, in particolare per aziende e debitori recidivi, che potrebbero essere esclusi dalla nuova definizione agevolata.
La rottamazione delle cartelle potrebbe esser proibita anche alle imprese che fino ad oggi hanno voluto una “pace fiscale”, al solo scopo di avere una Durc regolare e dunque poter farsi assegnare gli appalti.
