Infanticidio choc in Pakistan: coppia confessa l'omicidio della figlia di 2 mesi, sostenendo che avrebbero voluto mettere al mondo un maschietto
È – purtroppo – l’ennesimo sconvolgente e incomprensibile omicidio quello che si è registrato nei giorni scorsi in Pakistan, costato la vita a una neonata di appena 2 mesi, brutalmente uccisa dai suoi genitori per la semplice ragione di essere femmina contrariamente alle loro speranze di mettere al mondo un maschietto: un caso sul quale – ovviamente – le autorità del Pakistan hanno avviato un’approfondita indagine, soprattutto per scoprire il momento effettivo della morte e se, precedentemente all’annegamento, vi siano state altre violenze contro la neonata.
Prima di arrivare al nuovo caso, è utile ricordare che questo tipo di omicidi sono tristemente comuni in Pakistan: solamente lo scorso anno, infatti, Nadeem Sajjad fu accusato dell’omicidio della moglie – la 28enne Aiman Fatima -, brutalmente picchiata fino a cagionarne la morte sul colpo dopo un’ecografia che rivelò che la donna era incinta per la terza volta di una bimba; peraltro con il marito – appunto, Nadeem – che avrebbe anche agito in accordo con il suo stesso fratello, Phool Abbas.
Infanticidio choc in Pakistan: uccidono la figlia di soli due mesi perché volevano un maschietto
Al di là di quanto accaduto lo scorso anno, vale la pena tornare nel presente per dire innanzitutto che il brutale omicidio si sarebbe consumato nel piccolo villaggio del Pakistan noto come Haranwali, alle porte della città di Mianwali nella provincia del Punjab: dai media locali non è chiaro come le autorità abbiano scoperto della morte della neonata di – lo ricordiamo – appena 2 mesi; ma è chiaro che il corpicino senza vita sia stato trovato all’interno di una cisterna dell’acqua, probabilmente pubblica.

Quasi immediatamente, le autorità del Pakistan hanno iniziato a sospettare dei genitori, trattenendo in arresto il padre – Shahzad – e mettendosi sulle tracce della madre che risulta attualmente in fuga: l’uomo durante l’interrogatorio avrebbe quasi subito ammesso le sue responsabilità; confessando agli inquirenti che l’infanticidio è legato al fatto che avrebbero voluto un figlio maschio, dopo aver già messo al mondo un’altra figlia.
Un caso – quello narrato dalle cronache del Pakistan – che ha scosso profondamente la comunità locale, preso con “estrema serietà” dagli inquirenti che hanno avviato un’indagine: il nodo da sciogliere – oltre a quello ovvio della collocazione della madre, che dovrà essere individuata e arresta – è capire se la piccola abbia subito qualche tipo di violenza nel corso dei suoi due mesi di vita e proprio per questa ragione è stata disposta un’autopsia.
