Anche i single potranno chiedere adozioni all'estero: l'ha deciso oggi la Corte Costituzionale, ritenendo che impedirlo violerebbe l'autodeterminazione
È una sentenza storica di quelle destinate – d’altronde come tutte le altre – a fare giurisprudenza quella numero 33 depositata nella giornata di oggi dalla Corte Costituzionale che apre per la prima volta ufficialmente alle adozioni anche per i single, ma solamente nel caso in cui il bimbo sia un minore straniero che vive in situazioni complesse o di abbandono: di fatto con la sentenza che a breve vedremo nel dettaglio è stato dichiarato incostituzionale – e pertanto da abrogare – l’articolo 29-bis della legge 184/83 con la quale si definiscono i profili ai quali è concesso attivare i percorsi delle adozioni all’estero.
Partendo proprio da qui, è bene ricordare che attualmente – o meglio, fino alla deposizione della sentenza – ai single in Italia non era concesso richiedere di attivare i percorsi interni o esteri per le adozioni, con la prima circostanza concessa solamente alle coppie e il secondo a marito e moglie che abbiano almeno tre anni di matrimonio alle spalle; mentre i single che adottavano bimbi all’estero (ove concesso) tramite le procedure dei singoli stati, potevano ottenere liberamente il riconoscimento dell’adozione anche in Italia dopo il loro rientro.
Corte Costituzionale: “Negare le adozioni ai single viola il principio dell’autodeterminazione”
Venendo a noi, la Consulta si è espressa sul caso di una donna single fiorentina che nel 2019 si era vista negare i percorsi di adozione proprio in virtù del già citato articolo: il giudice che si era espresso sulla questione aveva sollevato il parere di incostituzionalità – pur dovendo necessariamente applicare la legge in quel caso specifico – e alla fine la Corte Costituzionale gli ha dato ragione aprendo definitivamente le porte delle adozioni per la donna fiorentina che ora potrà essere dichiarata ‘Disponibile ad adottare’ in attesa che un paese estero accetti la richiesta.
Secondo i massimi giudici italiani – infatti – negare le adozioni all’estero per i single violerebbe il principio costituzionale dell’autodeterminazione delle persone, ledendo anche il diritto dell’eventuale minore in difficoltà alla tutela dei suoi interessi personali e facendo venire meno i principi di solidarietà alla base dell’istituto adottivo; mentre resta fermo – e sono i giudici a metterlo nero su bianco – che in ogni caso la validazione finale della richiesta di adozione deve passare per un giudice che valuti l’idoneità affettiva ed educativa del single che ha presentato la domanda.