60 anni di carriera e 50 da quando Adriano Celentano ha vinto il Festival di Sanremo con la sua 24 mila baci. Anche se la sua popolarità inizia a crearsi già negli anni Cinquanta, quando collabora per la prima volta con Mina grazie al brano Vorrei sapere perchè, scritto da Lucio Fulci e Piero Vivarelli. L’anno successivo al debutto sanremese, avvenuto nel ’61, Celentano vince anche il Cantagiro con un’altra delle sue hit: Stai lontana da me. Una popolarità che però inizierà a scemare cinque anni più tardi, quando il Molleggiato decide di salire di nuovo sul palco dell’Ariston con la sua Il ragazzo della via Gluck, piazzandosi agli ultimi posti e non riuscendo ad entrare in finale. Una decisione della giuria che sarà in netto contrasto con quella del pubblico, che invece lo applaudirà premiandolo con un boom di vendite. Oggi, sabato 29 febbraio 2020, Adriano Celentano sarà al centro della nuova puntata Una storia da cantare, in cui verrà ripercorsa la sua carriera e i momenti più eclatanti della sua vita privata. Come l’aspra critica ricevuta per il brano Chi non lavora non fa l’amore, che gli regalerà il primo posto a Sanremo nel ’70 e l’accusa da parte di media e critica di essere un crumiro.
Adriano Celentano, un rapporto controverso con Sanremo
Adriano Celentano ha sempre avuto un rapporto controverso con il Festival di Sanremo. E non solo durante i primi anni della sua fiorente carriera, quando si è ritrovato a rivoluzionare il mondo della musica promossa dalla kermesse. Di recente infatti Il Molleggiato si è scagliato ancora contro il Festival per via dell’eliminazione di uno dei gruppi delle Nuove Proposte, gli Eugenio in Via di Gioia. “Hanno aperto la gara con una sorprendente esibizione dal nome sì, curioso, ma con una canzone gioiosa, fresca e fin troppo avanti per la malsana aria che si respira nelle gare canore”, ha detto il cantautore commentando la prima serata della recente edizione di Sanremo. “Persino io, che non riesco a invecchiare”, continua, “sono rimasto colpito dalla spumeggiante esibizione dei quattro Eugenio. E la giuria cosa fa? Li boccia. Non preoccupatevi ragazzi! È successo anche a me con Il ragazzo della via Gluck che fu bocciata due volte: dalla giuria e dai giornalisti che avevano la possibilità di ripescare (così diceva la regola) una delle canzoni bocciate per riammetterle in gara”. Un brano che, come ricordiamo, permetterà a Celentano di ritornare all’Ariston per la seconda volta e con un testo autobiografico, nato in realtà nella sua mente agli inizi degli anni quaranta. “La scintilla fu quando a quattro anni, mentre giocavo nel cortile al 14 di via Gluck, vidi un raggio di sole”, racconta in una lunga intervista a La Repubblica, “Mentre mi rotolavo, mi fermai e mi sdraiai a terra con le braccia e le gambe aperte guardando il raggio di sole che illuminava il cortile che a me sembrava bellissimo. M’inchinai e baciai quel raggio. Avvertii, pur essendo così piccolo, quanto ero felice. Libero di correre sui prati. Di sporcarmi, senza temere nulla, protetto da tutta la famiglia e dai miei amici… Anche loro liberi e felici come me di correre sui prati”. Ancora oggi il Molleggiato non si spiega come mai la giuria sanremese ha deciso di bocciare il suo testo, rivoluzionario anche per quanto riguarda la figura di rocker assunta fino a quel momento. Celentano, partito in treno da Milano, ricorda ancora di essere stato ‘inseguito’ da un giornalista dell’Avanti, che con il treno in corsa gli ha chiesto che cosa avrebbe fatto durante la competizione. “Risposi ‘Niente perchè mi bocceranno e sarò scartato subito’. Così avvenne“, continua, “e fu il successo della canzone. Quindi i cantanti che vanno al Festival dovrebbero sempre sperare in una bocciatura che li porterà dritti al successo”.