Dal Dipartimento del Governo sono arrivati nuovi aiuti all'editoria, previsti sia per le assunzioni che per gli investimenti hi tech.

Il ramo governativo del Dipartimento per l’Editoria ha da poco annunciato nuovi aiuti. Nello specifico sono state accantonate nuove risorse economiche (44 milioni di euro), per l’intero settore. Tra le proposte troviamo investimenti innovativi e più giovani da assumere.

Le misure sono state rese pubbliche all’interno del DPCM risalente al 17 settembre di quest’anno. Al suo interno troviamo il target di riferimento (prevalentemente organi di stampa), com’è strutturata la ripartizione dei fondi e le misure in vigore.



Quali sono gli aiuti all’editoria risalenti al 2025?

Tra gli aiuti all’editoria non manca il bonus assunzioni. Il contributo complessivo per impiegare nuovi under 36 con skills tecnologiche corrisponde a 2 milioni di euro. Ogni azienda può ricevere fino a 10.000€ per ciascun contratto a tempo indeterminato.



Mentre le aziende editrici che ne possono godere sono quelle del settore, tra cui: televisioni di dimensione nazionale e locale, periodici, emittenti radiofonici e quotidiani.

Non mancano gli incentivi – questa volta ben più alti – destinati all’innovazione, vediamo infatti a chi sono destinati e soprattutto in che proporzione.

Foto di brotiN biswaS (Pexels)

Investimenti tecnologici e innovativi

Alle aziende di quotidiani e periodici sono destinati 8 milioni di euro purché vengano investiti in strumenti tecnologici e innovativi. I beneficiari possono sfruttare fino al 70% del costo complessivo, purché inerente alle condizioni previste (occorre capitalizzare il denaro in strumenti che possano agevolare i processi produttivi e garantire un rinnovamento hi tech).



Un intervento più sostanzioso (ben 34 milioni di euro di stanziamento), è garantito alle emittenti TV, alla radio e alla stampa, che come i quotidiani possono sfruttare fino ad un massimo del 70% dell’operazione da effettuare.

In questo caso però ogni fondo prevede un progetto ammissibile specifico.

La distribuzione dei fondi

I primi 4 milioni di euro vengono concessi ai consorzi delle aziende del settore e specializzati in “digital audio broadcasting” e a chi fornisce contenuti radiofonici digitali. Altri 10 milioni di euro sono previsti per i fornitori FSMA, ed infine gli ultimi 20 milioni sempre per FSMA e LCN (eccetto i canali di televendita e chi ha una partecipazione pubblica.