Alberto Fedele è un cooperante italiano disperso in Perù: da quasi due mesi non si hanno più notizie di lui. Il giovane ingegnere gestionale di 30 anni, come riportato dal Corriere della Sera, stava lavorando per la WeWorld Onlus, che ha sede a Milano. La sua base operativa era la città di Abancay. L’ultimo contatto con la famiglia risale al 1° luglio, quando aveva comunicato alla famiglia che aveva ottenuto qualche giorno di ferie e si sarebbe spostato a Cuzco per incontrare alcuni conoscenti.
Il 4 luglio scorso, mentre si trovava proprio lì, il trentenne ha scambiato alcuni messaggi con un’amica. In quella occasione stava facendo un’escursione sulle Ande. “Sono arrivato alla meta”, le aveva scritto intorno alle 10.30. Una versione che anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona confermano. Il ragazzo infatti è stato ripreso intorno alle 5.30 del mattino dopo essere sceso da un taxi nei pressi del monte Urubamba, dove aveva avuto inizio la scalata. Era solo e aveva intenzione di rimanere soltanto per un giorno, dato che non aveva l’attrezzatura necessaria per dormire in altura.
Alberto Fedele, cooperante disperso in Perù: un incidente in montagna
Cosa sia accaduto ad Alberto Fedele, il cooperante di 30 anni disperso in Perù, dalle 10.30 della mattina del 4 luglio in poi, non è dato saperlo. L’amica che lo ha sentito per l’ultima volta ha lanciato l’allarme poiché non ha più ricevuto messaggi. L’ipotesi più plausibile è che il giovane ingegnere gestionale possa avere avuto un incidente nel corso della discesa del monte. Non è infatti più rientrato dall’escursione sulle Ande. La zona è stata perlustrata, ma senza esito. Sul posto si è recato anche il papà con l’obiettivo di collaborare con gli inquirenti.
La svolta nel caso sembrava essere arrivata qualche giorno fa con il rinvenimento di un corpo in un isolotto del rio Vilcanota, nella zona di Cuzco. Il cadavere era in stato di decomposizione avanzata e non aveva con sé documenti. I giornali locali avevano diffuso la notizia secondo cui si sarebbe potuto trattare proprio dell’italiano, ma pare che non sia così. Un esame esterno ha infatti rivelato che la vittima sarebbe un quindicenne. La conferma però arriverà soltanto con l’esame del Dna.