Omicidio di Alessandra Matteuzzi: la Cassazione ha pubblicato le motivazioni del rigetto del ricorso dei legali di Padovani
Sono state pubblicate in queste ore le motivazioni con la Corte di Cassazione ha rigettato – già lo scorso 17 settembre – il ricorso presentato dai difensori di Giovanni Padovani al termine del processo d’Appello a suo carico per l’omicidio dell’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi: un caso che aveva fatto ampiamente discutere di sé soprattutto per la brutale violenza con cui la donna era stata uccisa; ma che – per certi versi fortunatamente – si è concluso con una piena giustizia per i familiari di Alessandra Matteuzzi.
Partendo proprio dall’omicidio, è utile ricordare brevemente che Alessandra Matteuzzi – all’epoca dei fatti 56enne – aveva da poco interrotto la relazione con il 28enne Giovanni Padovani: proprio quest’ultimo, il 23 agosto del 2022 l’aveva raggiunta sotto alla sua abitazione a Bologna, aggredendola prima con una serie di calci e pugni, poi con un martello e, infine, con una panchina di ferro che aveva prelevato dal cortile dell’abitazione, uccidendola sul colpo.
Omicidio di Alessandra Matteuzzi: la Corte di Cassazione ha pubblicato le motivazioni del rigetto del ricorso dei legali di Padovani
Fin da subito, durante il processo per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi, i legali di Padovani avevano provato a percorrere la strada dell’infermità mentale, sostenuta anche dalla deposizione di alcune perizie effettuate in cercare e dai consulenti della difesa: una strada che, tuttavia, non aveva convinto pienamente i giudici che in primo e in secondo grado avevano condannato l’uomo all’ergastolo, contestando – oltre ovviamente al femminicidio – anche le aggravanti dello stalking, della premeditazione e dei futili motivi.
Il caso, dunque, era giunto sui banchi della Cassazione con i legali di Padovani che si erano appellati proprio a quelle perizie, sostenendo che non fossero state debitamente considerate durante il processo per la morte di Alessandra Matteuzzi; oltre a contestare l’assenza – almeno, a loro avviso – di prove concrete per riconoscere l’aggravante della premeditazione: l’obbiettivo era, naturalmente, quello di ottenere uno sconto di pena; ma i giudici – appunto, lo scorso 17 settembre – avevano dato rigettato il ricorso e confermato l’ergastolo.
Nelle motivazioni pubblicate oggi, si legge che secondo i giudici supremi al fine dell’imputabilità di Padovani per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi non occorre – ai sensi dell’articolo 90 del Codice civile – dare rilievo ad alcun tipo di “anomalia caratteriale, alterazione, disarmonia (..), stati emotivi o passionali” che non siano stati rilevati in un “più ampio (..) quadro di infermità”; mentre sul tema della premeditazione, i giudici hanno ritenuto debitamente approfondito in Appello l’esistenza di un “proposito omicida” radicato e persistente nella psiche di Padovani.