Alex Cotoia: le motivazioni dell'assoluzione del giovane nel processo d'appello bis dopo l'omicidio del padre violento, Giuseppe Pompa
Pochi mesi fa, all’esito di un lungo iter giudiziario, Alex Cotoia è stato assolto nell’ambito del processo per l’omicidio del padre, Giuseppe Pompa. Il giovane lo ha colpito con 34 coltellate nella loro casa di Collegno, nel 2020, secondo i giudici d’appello bis per legittima difesa, non per “odio, frustrazione o rabbia“, ma “fino a quando ha constatato che era inerme e non costituiva più un pericolo“.
È un passaggio delle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise di appello di Torino ha deciso per l’assoluzione del 22enne che oggi porta il cognome della madre (all’epoca Alex Pompa). Alex Cotoia, stando alla ricostruzione della dinamica, avrebbe agito per proteggere la madre durante l’ennesima lite violenta tra le mura domestiche.
Alex Cotoia, le motivazioni dell’assoluzione
Alex Cotoia era finito sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio volontario, assolto in primo grado e condannato a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni in appello. La Corte d’Assise d’appello torinese, in sede di rinvio su disposizione della Cassazione, ha confermato la sentenza di assoluzione del 2021 perché ritenuta sussistente la legittima difesa.
Al momento dell’omicidio, scrivono i giudici, l’imputato si trovava “nella necessità di difendersi da un’aggressione al bene primario della vita, propria e dei familiari“, come confermato anche dai racconti della madre. e del fratello. “La sera del fatto, il marito era animato da una rabbia incontenibile“ tale per cui si sarebbe prefigurato un pericolo imminente per l’incolumità dei presenti. Numerosi e significativi, precisa ancora la Corte, i riscontri alla versione dell’imputato rilevati al di fuori dell’ambito familiare.