In Algeria, evidenzia il recente rapporto redatto dall’associazione OpenDoors sulla persecuzione religiosa nel mondo, sono state complessivamente chiuse 42 chiese cristiane. Un numero che, per certi versi, potrà anche sembrare esiguo, ma che nella realtà rappresenta più del 90% dei luoghi di culto riservati ai cristiani nella terra in larghissima prevalenza musulmana, che erano in totale 46. Ne rimangono, in altre parole, solamente 2 aperte e funzionanti. La ‘piaga’ delle chiese cristiane chiuse in Algeria, secondo OpenDoors, è lo specchio di una persecuzione contro i fedeli non musulmani che ha tutti i tratti in regola per essere considerata la più ampia ed incisiva del 2023, in tutti gli stati considerati nel loro report annuale.
Algeria: la persecuzione dei cristiani tra chiese chiuse, condanne e multe
L’Algeria, insomma, secondo OpenDoors, chiudendo le 42 chiese cristiane ha sancito la “fine di un sogno“, nell’unico stato del Magreb che accoglieva “grandi chiese per i cristiani” che hanno deciso di convertirsi dall’Islam e che lì potevano “riunirsi tranquillamente”. Nel 1974, infatti, le autorità algerine riconobbero ufficialmente la libertà di culto per i cristiani di origini musulmana, mentre a partire dal 2017 era stata avviata una violenta campana di persecuzione nei loro confronti, culminata ora con la chiusura delle 42 chiese, senza considerare quelle indipendenti che hanno chiuso su pressione delle autorità.
Similmente, sempre in Algeria, circa una ventina di cristiani sono stati arrestati e condannati per proselitismo o per la partecipazione a cerimonie non autorizzate, sempre a quanto riferisce l’associazione OpenDoors. Uno dei perseguitati, citati dal quotidiano Le Figaro, racconta che le campagna intimidatorie sono diventate più intense dal 2018, periodo dal quale si contano più di 50 cause giudiziarie, milioni e milioni di dinari di multe e l’incarcerazione di diversi fedeli. In qualità di vicepresidente della Chiesa protestante in Algeria, inoltre, promette di fare il possibile affinché le chiese che sono state chiuse vengano riaperte, ma non nasconde il timore che “negli anni a venire, questi convertiti dovranno probabilmente incontrarsi in segreto“.