Allarme Cts “Aumentare misure restrittive”/ Gimbe e Ricciardi “Serve lockdown totale”

- Davide Giancristofaro Alberti

Sono molti coloro che stanno invitando il governo ad incrementare le misure restrittive, a cominciare dal Cts, arrivando fino alla Fondazione Gimbe e passando da Walter Ricciardi

Zona rossa a Roma Lapresse

Il Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, consiglia “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali, evitando ulteriori misure di rilascio”. L’indicazione è stata data venerdì scorsa al termine della riunione in cui sono stati analizzati gli ultimi dati epidemiologici, alla luce delle nuove varianti covid. I tecnici del Comitato invitano quindi il governo ad attuare misure più restrittive, o per lo meno, ad evitare ulteriori aperture, così come dimostrato nella giornata di ieri con il blocco degli impianti sciistici.

“C’è una situazione epidemiologica oggi grave, ingravescente – ha aggiunto il consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi, parlando quest’oggi con i microfoni di RaiNews24, dopo le parole di ieri che avevano scatenato un mezzo caos – incompatibile con gli assembramenti e pericolosa per l’arrivo di queste varianti molto insidiose dal punto di vista della contagiosità e della letalità, e anche in qualche caso capaci di sfuggire al vaccino”.

ALLARME CTS: “PIU’ MISURE RESTRITTIVE”, RICCIARDI: “SERRIAMO LE FILA”

Secondo lo stesso professore è necessario “serrare un po’ le fila e scegliere una strategia di aggressione nei confronti del virus e non di inseguimento”. Ricciardi aveva spiegato ieri, prima della decisione ufficiale, come fosse necessario chiudere gli impianti sciistici in quanto “quei paesi che non hanno chiuso gli impianti sciistici hanno fatto penetrare la variante inglese, come la Svizzera. Il rilassamento cui assistiamo porterà a un rialzo dei casi. Basta vedere cosa è successo in Gb: 1.600 morti al giorno, nonostante la più massiccia campagna vaccinale d’Europa”. Ma Ricciardi non è l’unico che pensa che sia necessaria una chiusura totale. Dello stesso parere è infatti anche Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, nonché Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: “Un lockdown totale per due settimane farebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento – ha detto quest’ultimo parlando con Radio Cusano Campus – altrimenti bisognerà continuare con stop e go per tutto il 2021”.

CARTABELLOTTA: “VACCINO NON MIGLIORA PER ORA LA SITUAZIONE”

“Immaginare che la somministrazione del vaccino possa far migliorare la situazione è molto difficile – ha proseguito Cartabellotta – sia per come sta procedendo sia per l’incognita varianti. L’obiettivo dovrebbe essere far circolare il virus meno possibile e non abbassare il carico sugli ospedali, tutti i Paesi invece hanno scelto la seconda via”. Il problema del lockdown totale è che resta decisamente complicato da attuare in quanto si rende necessaria la chiusura di pressochè tutte le attività al di là di quelle riguardanti la filiera alimentare e gli ospedali, con l’aggiunta di altri beni di primaria necessità. In un periodo di gravissima crisi economica nessuno avrebbe il coraggio di chiudere nuovamente l’Italia, anche se ovviamente, come ci dicono i virologi, il vero lockdown sarebbe l’unica arma per contenere la diffusione del covid in questo momento.





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