Alluvione Toscana del 2023, chiesto il processo per alcuni sindaci Pd: l'accusa è di disastro e omicidio colposo, pm puntano dito sulla mancata manutenzione
ALLUVIONE TOSCANA, CHIESTO PROCESSO PER ALCUNI SINDACI PD
La narrativa ambientalista della sinistra si scontra con la realtà giudiziaria: le inchieste avviate in Toscana dopo l’alluvione del novembre di due anni fa hanno portato la Procura di Prato a chiedere il rinvio a giudizio per diversi sindaci, tecnici e funzionari pubblici, accusati di disastro colposo e, per alcuni, anche di omicidio colposo.
Danni e morti non sarebbero dovuti solo alla crisi climatica: per i PM anche, e soprattutto, le gravi negligenze delle autorità locali avrebbero avuto un ruolo. Lo ha ricostruito Francesco Borgonovo sulle colonne de La Verità, spiegando, infatti, che le accuse si soffermano sulla mancata manutenzione del territorio, sull’assenza di interventi di prevenzione e sull’inazione, nonostante le segnalazioni di rischio idrogeologico.
Tra gli indagati ci sono l’ex sindaco di Prato del PD, Matteo Biffoni, il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, alcuni assessori, dirigenti e funzionari comunali e del Genio Civile, ma anche Luca Della Longa, dirigente di Autostrade per l’Italia.
Nell’elenco ci sono, ad esempio, anche l’ex vicesindaco di Prato, Simone Faggi; l’assessore all’Urbanistica, Valerio Barberis; quello alla Protezione civile di Montemurlo, Valentina Vespi; così pure il capo della Protezione civile pratese, Sergio Brachi; gli omologhi a Montemurlo, Sara Tintori e Stefano Grossi; la dirigente Pamela Bracciotti.
ALLUVIONE TOSCANA, “DISASTRI SI POSSONO EVITARE CON LA MANUTENZIONE”
La crisi climatica è un problema reale e preoccupante, ancor di più però se la politica non si occupa di prevenzione. Non può essere allora l’unica spiegazione, dunque, per eventi disastrosi: infatti, dall’indagine emerge che le responsabilità vanno ricercate anche nei comportamenti e a livello di amministrazione.
C’è fiducia nella magistratura, ma il centrodestra fa notare che la vicenda non è solo giudiziaria: si tratta anche di una questione politica, visto che ci sono soggetti – come rimarcato dalla Lega – che hanno ignorato le criticità.
A rendere ancor più complessa la situazione a Prato è il fatto che il Comune sia commissariato, visto che il sindaco Bugetti si è dimesso per un’altra questione, l’inchiesta per corruzione.
Comunque, la prossima udienza è in programma il 2 novembre: una di quelle che servono a capire se quei disastri si potevano evitare o limitare. Per la Procura sì: non è solo una questione di crisi climatica. L’emergenza esiste, ma va affrontata non solo a parole, attacca Borgonovo.