Andrea Camilleri, com’è morto/ Arresto cardiaco un mese prima. La malattia: era cieco

- Elisa Porcelluzzi

Andrea Camilleri è morto il 17 luglio 2019, era ricoverata da un mese per un arresto cardiaco. Negli ultimi anni aveva perso la vista.

Andea Camilleri Andrea Camilleri (LaPresse)

Andrea Camilleri, la morte nel 2019

Andrea Camilleri è morto il 17 luglio 2019 a 93 anni. La mattina del 17 giugno 2019,  mentre si stava preparando per salire la prima volta sul palco con lo spettacolo “Autodifesa di Caino”, lo scrittore è stato colto da un arresto cardio-respiratorio e trasportato in gravi condizioni all’ospedale Santo Spirito di Roma. Venti giorni prima del malore si era rotto il femore dopo una caduta avvenuta in casa.

Lo scrittore è morto esattamente un mese dopo, alle 8.20 del 17 luglio 2019: nelle ultime settimane le sue condizioni si erano aggravate. Per volontà dello scrittore e della sua famiglia, non c’è stata camera ardente né funerale pubblico. È stato sepolto nel cimitero acattolico di Roma. “Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano”, era solito dire Camilleri.

Andrea Camilleri, la malattia: era cieco

Andrea Camilleri era cieco: “Perdendo la vista tutti gli altri sensi si riacutizzano, vanno in soccorso. La memoria è diventata più forte, ricordo più cose di prima con molta lucidità e scrivo sempre”, raccontava lo scrittore alla Nuvola di Fuksas nel 2017 in occasione di “Più libri più liberi”. Nel 2018 in “Conversazione su Tiresia”, in scena al Teatro Greco di Siracusa e poi un film diretto da Roberto Andò e Stefano Vicario, ha interpretato l’indovino cieco. “Io mi sono salvato con la scrittura. Pensavo di non poter più scrivere. Come fa un cieco a scrivere? Avrei potuto dettare, ma l’avrei dovuto fare in una lingua che non è esattamente la mia, cioè l’italiano. E non avrei più potuto scrivere i miei bei Montalbano in vigatese. Fortunatamente è intervenuta Valentina Alferj”, aveva raccontato a l’Espresso. E aveva aggiunto: “Da quando sono cieco sto imparando l’umiltà della dipendenza dagli altri. Gli altri erano già importantissimi per me, ma ora hanno acquisito una importanza che non è valutabile. Sono completamente dipendente dalla cortesia e dalla gentilezza di chi mi circonda”.





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