Il giornalista Andrea Scanzi ha scatenato il dibattito sui social network per alcune sue esternazioni sul mondo della scuola
Andrea Scanzi nuovamente al centro delle polemiche. Il giornalista de Il Fatto Quotidiano ha regalato qualche minuto della sua giornata all’interazione con i suoi fan sui social network e in una sorta di Q&A ha fatto alcune affermazioni che non sono passate inosservate al popolo della rete. In particolare, un’uscita a dir poco infelice a proposito del mondo della scuola.
A precisa domanda sulla possibilità di tenere dei convegni a scuola – addirittura di “spargere cultura nelle scuole” – Andrea Scanzi non ha usato troppi giri di parole: “Me lo chiedono da sempre e quel mondo non lo sento vicino e non mi attrae. Non viaggio gratis, le scuole non hanno soldi e anche se ci fosse un gettone direi di no. Chi vuole vedermi, viene a teatro. Dove do tutto quello che ho”.
Andrea Scanzi nella bufera
Ma quella non è l’unica risposta a fare discutere. Andrea Scanzi ha iniziato a fornire repliche dello stesso tenore anche ad altri tipi di domande. E attenzione, la richiesta di interazione era partita da lui. Opinioni su autonomia differenziata e federalismo fiscale? Tranchant: “Non parlo gratis di politica, perché non lavoro gratis. Se me lo chiederanno in tivù, o ne scriverò sul Fatto, avrai la risposta”. È stata difficile la gavetta da giornalista? Racconta di come hai iniziato. Lui non si smuove: “In una eventuale autobiografia. Di sicuro non qui. E comunque trovi un sacco di mie interviste in cui racconto aneddoti”. È finita qui? Macchè. Stizzita la risposta a chi gli chiede a cosa avrebbe dedicato tempo e impegno senza il padel: “A tutti (tutto, piccolo refuso che capita a tutti, ci mancherebbe) quello che già faccio, e di cose ne faccio già 3000. Pensi che sia facile da 11 fare ai miei livelli tivù, teatro, articoli, libri, preparazione fisica eccetera?”. Interazioni social a dir poco singolari e sui social non mancato attacchi e ironie.
