Annamaria Bernardini de Pace querela Fabrizio Corona: il motivo dell'azione legale.
Annamaria Bernardini de Pace ha deciso di querelare Fabrizio Corona a causa di un file che l’avvocata sostiene “sia falso”. La nota divorzista che è anche l’ex suocera di Raoul Bova, come scrive il Corriere della Sera, insieme al collega David Leggi ha deciso di assumere la difesa dell’attore e presentato per lui un esposto al Garante della Privacy per rimuovere da ogni piattaforma e sito gli audio dello stesso Raoul Bova.
Annamaria Bernardini de Pace ha presentato querela contro Fabrizio Corona perché l’ex re dei paparazzi l’ha accusata “di manovrare il circolino della Procura di Roma e dei quotidiani importanti per vendicarsi, dopo averlo infangato con una vergognosa lettera, della donna (Rocío Muñoz Morales, compagna dell’attore, con cui ha due figli, ndr) che lo ha portato via dalla sua famiglia”.
Annamaria Bernardini de Pace contro Corona
Fabrizio Corona, oltre a parlare “di vendetta”, ha continuato a commentare la scelta di Raoul Bova di affidarsi alla difesa legale da parte dell’ex suocera. «Giusto il giudice di Forum può fare oggi. Un programma finto come lei», le parole di Corona che hanno così spinto Annamaria Bernardini de Pace a presentare querela contro l’ex re dei paparazzi. Al centro della querela, tuttavia, c’è soprattutto un file audio che “è un dialogo registrato tra Corona e una sua interlocutrice, che lui presenta come Bernardini de Pace associando una sua foto alla voce per sostenere appunto che sia stata l’avvocata stessa a contattarlo per avere informazioni sul caso”, si legge sul Corriere della Sera.

L’avvocato Bernardini de Pace ha così sporto querela contro Corona: “Ciò che rileva, a prescindere dall’identità effettiva della interlocutrice, è che certamente non possa affermarsi, come fatto in via surrettizia da Corona, che sia stata quest’ultima a richiedere informazioni sul caso Bova. Il file non risulta integro” – si legge sul Corriere che conclude così – “Corona, approfittandosi dell’eco mediatica della notizia dell’inchiesta ed evidentemente contrariato dal reclamo nel- l’interesse di Bova per l’indebita diffusione non autorizzata di contenuti personali di quest’ultimo anche da parte del querelato, ha maliziosamente colto l’occasione per trasformare ciò che alla prima apparenza si presentava come un commento a detta vicenda, in una diretta e gratuita invettiva nei confronti della querelante, screditandola con insulti gratuiti e accostandone impropriamente l’immagine a notizie false e destituite di fondamento”.
