Chi è Anne Hamilton, l’autrice di “Fuga da Parigi”, edito da La Nave di Teseo, e che sta diventando un vero e proprio caso letterario in quel della Milanesiana 2019? È questo quello che si chiedono addetti ai lavori e semplici lettori a proposito della scrittrice di origini argentine che si firma con uno pseudonimo e che ha realizzato, a detta di molti, uno dei capolavori della stagione letteraria: presentato nel corso della oramai tradizionale rassegna meneghina, questo romanzo di 405 pagine sta facendo parlare di sé non solamente per il valore intrinseco dell’opera ma pure perché qualcuno pensa che dietro questo “nom de plume” si nasconda magari un’autrice celebre, per una riedizione in salsa argentina della lunga querelle che da anni si protrae attorno all’identità della nostrana Elena Ferrante. A credere in lei è stata una delle case editrici più giovani e prestigiose del panorama italiano con Elisabetta Sgarbi che ha accettato di pubblicare “Fuga da Parigi” anche con lo pseudonimo. Da lì al successo e al domandarsi “Ma chi è questa Anne?” il passo è stato breve. Ma andiamo con ordine.
“FUGA DA PARIGI” E IL MISTERO DI ANNE HAMILTON
“Argentina, laureata in Letterature Straniere ed appassionata di cinema e musica”: questo e poco altro recita il ‘curriculum vitae’ di Anne Hamilton sul sito de La Nave di Teseo, dove si ricorda che l’autrice che vive a Buenos Aires ha voluto mantenere l’anonimato. “Fuga da Parigi” è inoltre la sua opera prima e pare che questo esordio sia stato in parte condizionato da un viaggio proprio nella capitale francese quando la fantomatica Anne ha trovato tre quadri a un mercatino delle pulci e da lì ha provato a scoprirne la storia che vi era dietro. Ambientato negli anni a cavallo del secondo conflitto mondiale con sullo sfondo il delirio di onnipotenza nazista che cercava di mettere le mani sull’Europa e i diversi temi dell’arte, del collezionismo (e in parte pure del collaborazionismo con gli uomini del Fuhrer), il romanzo segue le vicende di Hortensia e Jean Louis e della passione amorosa che pian piano (inevitabilmente) li travolgerà. “Ho scritto per vedere se ero capace: ho pure pensato di buttare via tutto dato che non ero soddisfatta e non lo sono ancora” ha avuto modo di dire l’autrice la cui identità è nota solo a pochi in Italia. È già pronta la nuova caccia all’autrice, “sport” che nel nostro Paese spesso ha più proseliti della stessa lettura in sé?