Antonio Vullo, il poliziotto è stato l'unico superstite della strage di via D'Amelio che si ricorda oggi giorno dell'anniversario. Fu testimone dell'omicidio Paolo Borsellino
Antonio Vullo, l’unico testimone dell’attentato a Paolo Borsellino
Antonio Vullo è l’unico testimone in grado di raccontare che cosa sia accaduto il giorno dell’attentato al magistrato strage di via d’Amelio e alla sua scorta. Ha assistito all’esplosione, è riuscito a scendere dall’auto già avvolta dalle fiamme. “Ho avuto una sensazione quel giorno”, ha raccontato tempo fa a Vanity Fair, “fisicamente sono uscito dall’auto da solo, ma è stato come se i miei cinque colleghi e il magistrato mi avessero tirato fuori mentre stava prendendo fuoco“. Oggi, sabato 18 luglio 2020, l’Italia si raccoglierà ancora una volta in occasione del nuovo anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo. Vullo nel frattempo è andato in pensione e anche se ancora oggi continua a pensare di essere stato miracolato, non sente di avere nessuna colpa. “Non mi sono nè nascosto nè tirato indietro o piegato”, ha sottolineato, “è successo e lo devo accettare. Molti mi dicono che sono stato fortunato ma non è stata proprio una fortuna vivere questo”. Vullo era stato aggiunto alla scorta solo pochi mesi prima della tragedia, alla fine del maggio del ’92, e per questo ha avuto modo di stare in contatto con Borsellino per un breve periodo di tempo. “Quella che ho conosciuto era una persona stupenda e molto umile”, ha aggiunto, “che aveva a cuore anche noi della scorta”. Borsellino poi era consapevole che dopo la morte dell’amico e collega Giovanni Falcone, sarebbe toccato a lui. “Solo negli ultimi giorni, però, il suo umore era cambiato“, ha dichiarato Vullo, “aveva saputo che era arrivato il tritolo”.
