Secondo il senatore della Lega Armando Siri, tra i maggiori responsabili economici all’interno del Carroccio, con i soldi «buttati via per i bonus» si poteva fare «la Flat Tax generale»: nell’intervista a La Verità del 24 agosto Siri ragiona sulle gravi mancanze che il Governo Conte-2 avrebbe colpevolmente provocato e propone 3 riforme di cui il Paese avrà bisogno nel Recovery plan. Andando in ordine, Siri dopo gli attacchi negli anni del Governo Lega-M5s per indagini a suo carico, di recente è tornato sulla cresta (polemica) dell’onda per il convegno organizzato al Senato con Vittorio Sgarbi accusato di “negazionismo” e dove in realtà sono state presentate le testi degli scienziati che mettono in dubbio la gestione dell’emergenza Covid-19 di Governo e Cts. «Negazionista io? I “negativi” (non dirò: i “negazionisti”) sono quelli che raccontano una storia che non è vera, quelli che negano che da settimane per fortuna le terapie intensive sono pressoché vuote». Secondo Siri la vera crisi politica, aumentata dal Covid, si è provocata con un «catastrofico sovvertimento dello stato di diritto», provocato da una sorta «di disturbo delirante paranoide delle istituzioni. Esse hanno perso la loro funzione di equilibrio perché si sono dissolte le ragioni dell’equilibrio per cui hanno preso vita. Non esiste più una minaccia comunista, non esiste più il capitalismo produttivo e ideologico (sostituito dalla finanza speculativa priva di ideologia) e si è indebolita la forza dei precetti religiosi».
SIRI (LEGA): LE 3 RIFORME CHE SERVONO PER RILANCIARE IL PAESE
Una catastrofe politica, sociale e umana secondo Siri non deve però permettere di incastonare soli “capri espiatori” come uniche istanze da avanzare: per il liberale Armando Siri «la politica per ritornare ad essere importante nella vita sociale, deve lavorare a nuove basi filosofico-ideologiche, altrimenti sarà spazzata via dalla povertà. Non la povertà economica», chiarisce il leghista, «ma la povertà di idee, progetti, desideri e ambizioni. Una povertà spirituale». Si deve ripartire da scuola e lavoro, ma in modalità diversa da prima dell’emergenza Covid: «serve ambizione maggiore che vada al di là del singolo decreto, bonus o sgravio», aggiunge Armando Siri, «Serve lucidità e razionalità per stabilire un cronoprogramma a medio-lungo termine che preveda realizzazione di infrastrutture in tempi e modalità uguali a quelle del Ponte di Genova (che dovrebbe essere la normalità), una coraggiosa riforma fiscale con una flat tax al 15% capace di sollecitare i consumi interni, attrarre investimenti, rimettere in moto la produzione e di conseguenza l’occupazione». L’errore di Conte è aver scelto la via dell’assistenzialismo, chiosa sempre a La Verità il senatore della Lega, «avendo dimenticato le lezioni del passato, il governo ha disperso i soldi in mille rivoli, vanificando la portata dello stanziamento. Tra cinque anni ci guarderemo indietro, e scopriremo che da quei soldi, in termini di risultati, non sarà venuto nulla. Resteranno solo i debiti da pagare». Perciò le vere riforme da fare sono essenzialmente tre: servono infrastrutture, un taglio alla burocrazia nell’ambito produttivo e un nuovo sistema fiscale: «L’attuale pubblica amministrazione è il nemico numero uno della prosperità e della crescita economica e sociale del paese. Purtroppo, la forza coercitiva e bloccante della pubblica amministrazione è direttamente proporzionale alla debolezza della visione politica».