Attenzione alle scadenze e agli importi: ecco cosa c’è da sapere per non perdere l’aiuto economico per i figli a carico
L’Assegno Unico Universale è diventato, per moltissime famiglie italiane, un supporto economico fondamentale. Introdotto al posto degli storici assegni familiari che i lavoratori percepivano in busta paga, ha anche la funzione di semplificare il sistema di detrazioni e bonus legati ai figli, a prescindere dal rapporto lavorativo. Si tratta di un contributo mensile importante, un aiuto concreto, soprattutto in un periodo segnato da aumenti del costo della vita.
Ma attenzione: nonostante la sua natura “automatica”, ci sono aspetti da conoscere per non ritrovarsi con accrediti ridotti o addirittura bloccati. Ogni mese l’Inps provvede a versare direttamente sul conto corrente delle famiglie aventi diritto l’importo dell’Assegno Unico, ma le date di pagamento possono variare.
Gli importi e le date dell’Assegno Unico
Un altro elemento da non trascurare riguarda gli importi: nel corso del 2025 si è registrato un calo delle somme versate rispetto all’anno precedente. Nonostante gli aumenti introdotti dal governo per alcune categorie, come le famiglie numerose, la media degli importi si è ridotta. Per chi ha già una domanda attiva e non ha modificato nulla nella composizione del nucleo familiare, l’accredito dell’Assegno Unico per il mese di luglio è previsto tra lunedì 15 e giovedì 18. I pagamenti arrivano direttamente sul conto corrente indicato nella richiesta iniziale, senza necessità di ulteriori azioni da parte del beneficiario.
Se invece hai appena fatto domanda per la prima volta, oppure hai aggiornato il tuo Isee o segnalato un cambiamento (come l’aggiunta di un nuovo figlio), i tempi possono allungarsi: l’Inps prevede l’erogazione entro la fine del mese, una volta completate le verifiche.
Per controllare la situazione dei pagamenti, è sufficiente accedere al sito dell’Inps con le proprie credenziali digitali (Spid, CIE o CNS) e verificare lo stato della propria domanda.
Un aspetto importante da chiarire è il motivo per cui, nel 2025, molte famiglie stanno ricevendo meno soldi rispetto al passato. L’Assegno Unico è legato all’Isee, l’indicatore che misura la situazione economica del nucleo familiare. Se questo documento non viene rinnovato entro giugno, l’Inps eroga l’importo minimo previsto dalla legge.
Anche se l’Assegno Unico è universale — ovvero spetta a tutte le famiglie con figli, indipendentemente dal reddito — l’ammontare del contributo varia in base al valore dell’Isee. Senza un Isee aggiornato, si perdono eventuali maggiorazioni, come quelle per figli disabili, per famiglie con tre o più figli, o per genitori entrambi lavoratori. Inoltre, i dati Inps mostrano che, nei primi sei mesi del 2025, le famiglie che ricevono l’Assegno Unico sono scese sotto i 6 milioni al mese. Un calo del 1,2% rispetto all’anno scorso, che contribuisce anche alla riduzione degli importi totali erogati.