Le compagnie che offrono le assicurazioni per le auto sono nel mirino del fisco, che tenta di aumentare l'imposizione fiscale.
Le assicurazioni auto sono finite del mirino del Governo e del fisco, sul quale vorrebbe applicare una percentuale d’imposta superiore rispetto alla tassazione odierna.
L’amministrazione fiscale chiede anche anche le polizze per le vetture contribuiscano in maniera superiore a far entrare più gettito fiscale all’Erario, con un’imposta media del 12,5%.
Assicurazioni auto, Il fisco riprova ad aumentare la tassazione
Una prima sorpresa nel comparto delle assicurazioni per le auto è avvenuta lo scorso anno, quando lo Stato ha chiesto alle compagnie di anticipare il pagamento del bollo che ogni contraente verse al momento della sottoscrizione.
Per l’Erario è stata indubbiamente una strategia vincente che ha portato nelle casse un bel gruzzoletto, rispettivamente un miliardo e 800 milioni di euro da poter distribuire negli anni.
I contratti di polizza coinvolti non sono esclusivamente automobilistici, ma anche di natura infortunistica. Vediamo l’ipotesi che vorrebbe attuare l’Agenzia delle Entrate per garantire un flusso d’entrata maggiore.
Le ipotesi avanzate
Al momento non c’è niente di certo, ma il fisco vorrebbe aumentare la tassazione a discapito delle compagnie assicurative e conseguenzialmente ai consumatori (che quasi sicuramente dovranno pagare una rata più alta).
L’emendamento potrebbe – si suppone – possa avere un effetto retroattivo, e dalle prime stime la nuova imposta salirebbe di 10 punti percentuali (12,5% rispetto all’attuale 2,5%).
Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, potrebbe puntare ancora una volta sull’anticipo del bollo da far pagare ai clienti, cosicché le compagnie facciano da “sostituto d’imposta”.
Compagnie assicurative contrariate
Il tema è stato affrontato durante l’ultimo comitato esecutivo rappresentato dall’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (l’ANIA). Secondo le compagnie l’imposta attuale (al 2,5%) è quella corretta ma anche “massima” applicabile.
Già in passato le società assicurative si sono trovate in un simil dibattito dove però in quell’occasione ne sono uscite vincenti. Ora la palla è passata al balzo di alcuni giuristi, convocati per risolvere un’eventuale diatriba legale.
Si pensi che l’ultima volta che il fisco ha tentato una manovra simile è stato negli anni ’80, dove però l’interpretazione delle assicurazioni fu ritenuta la più corretta.