Riunione nella notte tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e quello dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli. Sul tavolo la revoca della concessione ad Autostrade. Se entro il 30 settembre non arriveranno da Atlantia le risposte per portare avanti il percorso deciso dal Governo a luglio per rendere Aspi pubblica con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti, si andrà avanti con la revoca. Questa è la linea di Palazzo Chigi, secondo quanto riportato dall’Ansa. Pare che al vertice abbiano partecipato anche il segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa, e i capi di gabinetto dei ministeri dell’Economia, Luigi Carbone, e dei Trasporti, Alberto Stancanelli. La situazione, secondo quanto trapelato da fonti di Governo e riportato dall’agenzia di stampa, è “sempre più compromessa”. C’è, dunque, una posizione unitaria in favore dell’avvio di una procedura di revoca, se no arriveranno le risposte chieste nei giorni scorsi con uno scambio di lettere con l’azienda.
AUTOSTRADE, TERZA STRADA È “GOLDEN POWER”
La partita di Autostrade per l’Italia è sul mercato, visto che almeno per ora sono chiusi i canali con Cassa Depositi e Prestiti. Gli interessati non mancano, in particolare fondi dedicati alle infrastrutture, tanto che potrebbe tornare in campo F2i, la Sgr che inizialmente aveva lavorato per affiancare Cdp nella stessa operazione. Lo rivela la Stampa, spiegando che lo stallo al momento riguarda proprio la Cassa, che vorrebbe un ruolo di primo piano. Le strade sono due: la vendita dell’88% di Aspi o la scissione in Autostrade Concessioni e Costruzioni (Acc) del 55% di Aspi più un altro 33% in natura. In lizza la famiglia Dogliani che con Fininc ha interessi “autostradali” in Italia e in Argentina, ma anche il fondo britannico Circuitus. L’altra pretendente è Toto Holding, in tandem col fondo americano Apollo. Ma ci sono anche i grandi fondi internazionali: Blackstone, Kkr, Macquarie, Stonepeak, Australian Super, Sixth Street, il fondo pensione olandese Pggm e il colosso cinese China Merchant, a cui si aggiungerebbero Temasek e iSquared.
Questo “assembramento” di pretendenti è destinato a crescere secondo la Stampa, perché gli advisor di Atlantia (Mediobanca, JpMorgan e Bofa) stanno mandando in tutto il mondo un invito ad un’offerta. In questo scenario si inserisce il Governo che, però, non può minacciare la revoca in caso di un’operazione di mercato che fa uscire i Benetton dalla gestione della rete autostradale. L’alternativa è l’uso del “golden power”. Questa norma prevede potersi speciali dello Stato su aziende e infrastrutture strategiche. Il Governo sta valutando di usarla, ad esempio, per Telepass, società di Atlantia da cui passano dati sensibili. Quindi, non si esclude di ricorrere al golden power nel caso in cui Autostrade rischiasse di finire in mani straniere senza presidio pubblico.