Nasce a Londra l'Alleanza Globale per la Palestina: AVS di Bonelli con Corbyn e Varoufakis nel partito islamista-propal-marxista. Cosa succede a sinistra
DA VERDI-SINISTRA ALL’ALLEANZA GLOBALE PER LA PALESTINA: LA MOSSA (SOTTOTRACCIA) DELLA SINISTRA RADICALE
È passato largamente sotto traccia nel mezzo di piani a Gaza, vertici internazionali in Alaska e febbrili riunioni a distanza tra i principali Paesi UE: eppure lo scorso 26 luglio a Londra è nato un nuovo partito-movimento che prova a riunione le anime della sinistra radicale con le istanze marxiste-comuniste e i vari movimenti pro-Palestina, tra lo UK e il resto d’Europa. Ad aderirvi convintamente uno dei due portavoce di AVS, Angelo Bonelli, con il via libera anche dalla componente di Sinistra Italia di Nicola Fratoianni.
Si chiamerà “Alleanza Globale per la Palestina” e tra i membri fondatori troviamo tra gli altri l’ex leader laburista Jeremy Corbyn – di recente fondatore del New Party della sinistra inglese con l’alta ex Labour Zarah Sultana -, Yanis Varoufakis (ex Syriza in Grecia) e Mustafa Barghouti, politico palestinese fratello di Marwan detenuto da Israele. Dalla forte spinta profondamente anti-ebraica (tanto da costargli l’appellativo a Londra di leader antisemita, cacciato dal suo stesso ex partito della sinistra laburista), Corbyn ha riunito alcune delle anime più radicali a sinistra nella lotta per la Striscia di Gaza, al grido di “Free Palestine” e “From the River to the Sea”, teorizzando la nascita di uno Stato palestinese contro «il criminale Netanyahu».
Un movimento pro-pal-islamista in UK e ora uno più “allargato” ad altre forze e sigle della sinistra globalista europea, con l’Alleanza per la Palestina che si proietta in scontro accesissimo con tutti gli Stati Ue e i partiti che non dovessero riconoscere lo Stato palestinese in opposizione alle politiche drammatiche di Israele a Gaza. Un “nuovo” movimento che allarga il marxismo alle istanze islamiste, due elementi non esattamente alle origini dell’Unione Europea e che minano oggi l’unità culturale, sociale, religiosa e politica di un Continente sempre più in difficoltà nel reagire agli scenari internazionali.
IL “PIANO” DI BONELLI E FRATOIANNI E IL FRONTALE CON IL GOVERNO
Nel post social in cui annuncia l’adesione all’Alleanza Globale per la Palestina, il leader di AVS (e componente di TheLeft in Europa) ha spiegato come la sinistra europea debba ad ogni costo coalizzarsi contro tutti i sostenitori di Israele, a cominciare dal Governo Meloni che per Bonelli «è schierato dalla parte dei carnefici israeliani contro la gente palestinese». Occorre dunque vederla da questi nuovi “occhiali”, con il movimento appena nato a Londra, la recente denuncia di Alleanza Verdi-Sinistra contro il Governo italiano presso la Corte Penale Internazionale.
Secondo Bonelli e Fratoianni l’Italia di Meloni e del Centrodestra sono «complici del genocidio a Gaza» e puntano sulla Corte CPI per sanzionare pesantemente il nostro Paese in quanto fornirebbe aiuti e armi allo Stato di Israele. Al netto della replica data dalla stessa Presidente del Consiglio alla sinistra radicale – «non vince alle urne e ricorre all’utilizzo esterno dei giudici sovranazionali» – l’impostazione di AVS ora alleata di Corbyn e Varoufakis è di puntare a livello europeo la costruzione di un “blocco” pro-pal e anti-Israele, anti-capitalista e anti-sovranista.
Tutto legittimo e democratico, ma resta da capire come il resto del campo progressista italiano – dal Pd di Schlein al M5s di Conte, ma soprattutto i vari centristi come Calenda, Magi e Renzi – potrà concordare o meno sulle istanze presentate da Bonelli & Fratoianni nella nuova Alleanza pro-pal marxista: se Corbyn a Londra punta a creare un’alternativa a sinistra della destra sovranista di Farage, in Italia quale sarebbe l’obiettivo di AVS? E come la sinistra italiana potrà allearsi con un campo largo dove capisaldi e obiettivi sarebbero così platealmente diversi?