Banda della Uno bianca: 24 omicidi e decine di persone ferite dal commando composto prevalentemente da poliziotti. Chi sono e che fine hanno fatto

Oltre 100 azioni criminali, 24 morti e 102 feriti tra il 1987 e il 1994: è la sintesi agghiacciante dei delitti commessi dalla banda della Uno bianca, un commando composto prevalentemente da uomini della Polizia di Stato che gettarono l’Emilia-Romagna e le Marche, poi l’Italia intera, in un vero e proprio incubo.



I componenti erano tutti poliziotti eccetto uno, Fabio Savi. Con lui i fratelli Roberto e Alberto, insieme a Marino Occhipinti, Pietro Gugliotta e Luca Vallicelli. Il primo ad essere arrestato fu Roberto Savi, con provvedimento eseguito dai colleghi mentre era in servizio ala Centrale operativa della Questura di Bologna.



Era la notte tra il 21 e il 22 novembre 1994, da quel momento, uno ad uno, vennero fermati gli altri membri del gruppo criminale. Prima Fabio e Alberto Savi, rispettivamente camionista e poliziotto presso il Commissariato di Rimini. Fu fermata anche l’allora fidanzata di Fabio Savi, Eva Mikula, poi assolta da tutte le contestazioni e portatrice di dichiarazioni ritenute decisive per individuare le responsabilità del commando.

Banda della Uno bianca: le condanne e cosa fanno oggi i componenti del commando

Pochi giorni dopo l’arresto dei tre fratelli Savi, fu la volta di Pietro Gugliotta, agente in servizio alla Centrale operativa della Questura. A stretto giro furono incarcerati Marino Occhipinti, vicesovrintendente della Sezione narcotici della Squadra mobile, e Luca Vallicelli, agente scelto alla Scuola della Polstrada di Cesena.



Nel 1998, a processi ormai conclusi, il padre dei Savi, Giuliano, morì suicida. Il suo corpo fu trovato all’interno di un’auto dello stesso tipo e dello stesso colore tristemente noti per il caso banda della Uno bianca. A capo del commando erano Roberto e Fabio, condannati all’ergastolo e detenuti a Bollate. Non hanno mai ottenuto accesso a percorsi alternativi a differenza dell’altro fratello, Alberto, recluso in Veneto e dal 2019 è stato ammesso a permessi premio. Tra gli ergastolani anche Marino Occhipinti. Gugliotta fu condannato a 18 anni, Vallicelli patteggiò una pena di 3 anni e 8 mesi e tornò presto in libertà. Fu scarcerato nel 2008, dopo 14 anni dietro le sbarre, grazie all’indulto. Nel 2012, la semilibertà per Occhipinti, poi scarcerato nel 2018.