David Beasley, direttore esecutivo del Programma Alimentare delle Nazioni Unite, ha parlato in una intervista a Le Monde degli effetti che la crisi alimentare provocherà nei prossimi mesi, anche in riferimento alle vicissitudini legate alla guerra in Ucraina: “Il peggio deve ancora arrivare. Un intervento per i cereali nel Mar Nero (con l’accordo raggiunto a luglio atto a facilitare le esportazioni agricole dai porti ucraini, la cui estensione è in discussione, ndr) è essenziale per calmare i mercati e aiutare i Paesi a ottenere grano e fertilizzanti”, ha evidenziato.
“Se questo crolla, il problema dei prezzi che stiamo affrontando oggi potrebbe trasformarsi in un problema di produzione nel 2023 e nel 2024”. In questo caso, come sempre, ad avere la peggio sarebbero i Paesi del terzo mondo. “Le Nazioni più ricche continueranno ad essere in grado di pagare, ma questo peggiorerà l’accesso al cibo per i Paesi più poveri. Ciò significa che ci saranno carestie, Nazioni destabilizzate e movimenti migratori di massa”.
Beasley su crisi alimentare: “Peggio deve arrivare”. Carestie, migrazioni e conflitti
Le conseguenze della crisi alimentare, secondo David Beasley, potrebbero essere in breve tempo terribili. Alcuni Paesi poveri le stanno già vivendo. “La Somalia è il prossimo paese sull’orlo della carestia. Ha avuto una serie di stagioni senza pioggia che hanno decimato i suoi raccolti e soffre l’inflazione e una situazione di conflitto. Abbiamo implementato un programma di aiuti senza precedenti e i donatori stanno aumentando, ma temo che non potremmo evitare questo dramma”, ha rivelato.
È necessario, in tal senso, che le Nazioni più ricche intervengano. “Ovunque io vada, i rappresentanti politici mi chiedono perché devono inviare i propri fondi ad altri Paesi in difficoltà se possono usarli per le proprie necessità. Io rispondo loro che hanno solo due opzioni: o affrontano le cause profonde della fame nel mondo oppure non lo fanno e costerà loro mille volte di più”, ha concluso.