Il dibattito sulla disforia di genere non si placa in Gran Bretagna, soprattutto alla luce delle nuove linee guida dell’NHS. Ora però è un rapporto dello stesso servizio sanitario britannico a far discutere dopo la bufera in cui è finito il centro Tavistock. Da un report è emerso che la clinica di Sandyford di Glasgow, la più grande in Scozia, ha somministrato farmaci bloccanti della pubertà a bambini di 9 anni. Quindi, i bambini con disforia di genere hanno ricevuto medicine che fermano il naturale processo della pubertà, una pratica su cui gli esperti medici del Regno Unito, e più in generale in Europa, hanno espresso diverse perplessità.
Quel che è emerso da questo rapporto è che la struttura, gestita dal servizio sanitario nazionale, ha fornito farmaci ad un numero «sproporzionato» di persone affette da autismo e giovani vulnerabili con depressione e ansia, esprimendo timori riguardo il fatto che il servizio possa essere oggetto di azioni legali da parte di coloro che sono stati «mal diagnosticati». Questo rapporto, come riportato dallo Scottish Daily Express, conferma le ipotesi di chi ha suggerito che i ragazzi con spettro autistico hanno molte più probabilità di identificarsi come trans a causa della natura della condizione che può portare a fissazioni specifiche e a fasi in cui sono molto impressionabili.
“PARALLELI CON CLINICA TAVISTOCK SONO EVIDENTI”
Questo rapporto dell’NHS traccia paralleli specifici tra quanto accaduto alla clinica Sandyford di Glasgow e la clinica Tavistock di Londra, che sta per essere smantellata dopo una causa legale e le rivelazioni del dottor David Bell, consulente psichiatrica che ha sollevato preoccupazioni sul modo in cui venivano trattati i pazienti. Sandyford è l’unica clinica scozzese specializzata in salute sessuale, convenzionata col servizio sanitario scozzese. Anche se ha sede solo a Glasgow, accetta richieste di assistenza per minori di 18 anni da tutto il Regno Unito. Tra il 2011 e il 2019 ha indirizzato 91 persone di età compresa tra 8 e 17 anni all’endocrinologia pediatrica. Due terzi sono bambine, quasi un quarto affetti da spetto autistico. Depressione è stata riscontrata nel 37% dei casi e solo sei dei 64 giovani idonei hanno completato il processo. Alla luce di quanto emerso, è stata chiesta la chiusura della clinica. «I paralleli con la sfortunata Tavistock sono evidenti. Gli endocrinologi stanno bloccando la pubertà dei bambini con farmaci sperimentali. È essenziale che il governo scozzese agisca immediatamente per chiudere il Sandyford… non farlo sarebbe una grave negligenza medica e potrebbe attirare, come sta accadendo in Inghilterra, cause legali da parte di ex pazienti», ha dichiarato un portavoce del gruppo For Women Scotland, secondo quanto riportato dallo Scottish Daily Express.
I TIMORI SUI FARMACI BLOCCANTI DELLA PUBERTÀ
Il timore è che i farmaci bloccanti della pubertà, spesso presentati come una “pausa” del tutto reversibile alla pubertà, abbiano come minimo un grave impatto sulla crescita delle ossa e sullo sviluppo del cervello. Le poche prove esistenti dimostrano in modo tenue l’esistenza di benefici per la disforia di genere e «c’è una notevole preoccupazione che possano interferire con lo sviluppo cerebrale e osseo», ha dichiarato il dottor Bell. Inoltre, ritiene che il modello predisposto sia sbagliato. «Questi bambini e giovani devono essere compresi nel contesto degli altri problemi di salute mentale che stanno vivendo». Alla richiesta del quotidiano scozzese commentare il rapporto Sandyford, il governo scozzese, che commissiona il servizio all’NHS Greater Glasgow and Clyde, ha dichiarato che le decisioni sul trattamento sono «giustamente prese dai medici in consultazione con i pazienti dopo una valutazione specialistica».