Un lieve rialzo per quanto riguarda i morti, più che dimezzati i nuovi contagiati: questo il bilancio del bollettino coronavirus della Lombardia di oggi, martedì 23 giugno 2020. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 6 morti e 62 casi positivi, bilancio totale salito a 16.579 decessi e 93.173 infettati. In vistoso calo gli attualmente positivi, -734 rispetto a ieri (totale12.904), +790 tra guariti e dimessi (totale 63.690). Stabile il dato dei ricoverati in terapia intensiva (51), -137 ricoverati negli altri reparti Covid (910).
Queste le parole dell’assessore Giulio Gallera: «Oggi abbiamo una sostanziale buona notizia: i pazienti ricoverati nei reparti degli ospedali scendono sotto quota 1.000 (910), con un calo di 137 unità rispetto a ieri. Senza variazioni, invece, il numero delle persone in terapia intensiva (51). Dei 62 casi positivi di oggi, 23 sono riferiti a tamponi effettuati a seguito di una positività riscontrata al test sierologico, 3 sono stati eseguiti a ospiti delle RSA e 1 ad operatori socio-sanitari. Nel complesso, i casi debolmente positivi di oggi sono 18». Qui di seguito le slide e la conferenza stampa da Regione Lombardia con l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi e il presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini sui temi dell’agricoltura e del sistema agroalimentare. (Aggiornamento di MB)
#Bollettino di #RegioneLombardia con i #dati e i #trend di #coronavirus di oggi 23 Giugno (Riepilogo Generale) pic.twitter.com/9jfZoHHs8p
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BOLLETTINO CORONAVIRUS LOMBARDIA, I DATI DEL 22 GIUGNO
Al netto dei 143 nuovi positivi riscontrati dal bollettino coronavirus della Lombardia, la giornata di ieri è stata certamente una delle migliori sul quadro epidemiologico dall’inizio della pandemia: +3 morti segnalati (sui 16.573 totali), -213 ricoverati in reparti Covid (sui 1.047 ancora in ospedale) e calo ulteriore di terapie intensive (siamo a 51, -2 rispetto a domenica), sono le voci di un bollettino che volge per una volta ad una diminuzione importante del Covid-19 nella Regione più colpita. In attesa dei nuovi dati in arrivo oggi come sempre dopo la conferenza stampa di Palazzo Lombardia (diretta video streaming dalle ore 17 in poi), gli aggiornamenti visti ieri possono confortare in maniera “composta”: ci sono sempre +143 nuovi contagi, di qui 64 a seguito di test sierologici, con dato complessivo che sale a 93.111 da inizio epidemia, di cui 13.638 attualmente positivi (-205 su domenica). Secondo l’assessore al Welfare Giulio Gallera «Continuano a diminuire ricoverati e dimessi, così come va rilevato che tra i 143 nuovi casi positivi, 64 sono riferibili a test sierologici e che, complessivamente 83 sono ‘debolmente positivi’».
CORONAVIRUS LOMBARDIA, APPELLO DI GALLERA ALL’ISS
A fronte di +7.776 tamponi (su 964.735 da inizio pandemia coronavirus) la percentuale dei casi positivi su questo totale resta stabile all’1,8% rappresentando comunque un segnale di allerta per gli esperti dell’Università di Genova che ancora ieri hanno tratto i nuovi dati leggendoli nell’ottica di una possibile seconda ondata di pandemia in autunno. Nel frattempo però l’assessore Gallera ha annunciato ieri di aver ufficialmente richiesto all’Istituto Superiore di Sanità «di introdurre una netta distinzione dei casi ‘debolmente positivi’ rispetto agli altri, in base alle nuove rilevazioni effettuate dalla comunità scientifica».
La richiesta di cambiamento del rilevamento e conteggio dei contagi da coronavirus fa leva sul recente studio elaborato dal San Matteo di Pavia in merito alla bassa carica infettiva dei pazienti affetti di Covid ‘debolmente positivi’ al tampone. «Meno del 3 per cento dei pazienti studiati, senza sintomi e con debole positività al tampone, era in grado di contagiare altre persone», spiega il professore Fausto Baldanti, responsabile della Virologia molecolare dell’IRCCS San Matteo di Pavia.
Per questo motivo, conclude Gallera, «in Regione Lombardia oggi i casi rilevati rappresentano sempre di più un esito “debolmente positivo’. Lo studio del prof Baldanti evidenzia che su 274 tamponi ‘RNA Covid’ con queste caratteristiche, solo 8 (il 2,9%) sono risultati in grado di crescere in coltura ed essere, di conseguenza, potenzialmente infettivi».